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Mafia, condanne per 130 anni per esponenti di clan palermitani

Pene inflitte a 21 imputati, assolti altri 12. E' la sentenza del processo Cerbero che riguarda i clan di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria di Gesù e Borgo Vecchio

PALERMO. Poco più di 130 anni di carcere per 21 imputati, assoluzione per gli altri 12. E' la sentenza emessa dal gup Giuseppe Sgadari, nel processo denominato Cerbero, concluso col rito abbreviato.    
Alla sbarra mafiosi, trafficanti di droga ed estortori delle cosche di Brancaccio, Porta Nuova, Santa Maria di Gesù, Borgo Vecchio. Accolte le richieste dei pm Roberta Buzzolani e Ambrogio Cartosio. Le pene più alte sono toccate ad Andrea Ferrante (13 anni e 4 mesi), Giovanni Asciutto, cugino dei boss Filippo e Giuseppe Graviano e considerato il nuovo capo di Brancaccio (12 anni, in continuazione con un'altra sentenza), Francesco Fascella (12 anni e 4 mesi). Assolti il fratello Pietro Fascella, di 75 anni,  e il nipote Filippo.   Tra gli altri scagionati anche Antonino Sacco, che era stato indicato al vertice della famiglia di corso dei Mille. Condannati invece Michele Marino (10 anni), Salvatore Gucciardi (8 anni) e Giacomo Teresi (4 anni), Salvatore Manno (9 anni e 4 mesi), Angelo Vinchiaturo (8 anni, 7 mesi e 4 giorni), Rodolfo Allicate (8 anni e 11 mesi), Elio Ganci (8 anni e 4 mesi). Assolti Michele Cordaro, Salvatore D'Amico, Giuseppe La Malfa e Antonio Di Martino.

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