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Stagione e disastri

La Florio, a Palermo, è nel cuore di San Lorenzo. Una bella scuola. Spazi ariosi e larghi. Un gioco di travi metalliche nel soffitto. Tetti a vetro che rendono visibili i palazzi attorno. Ma con le piogge è arrivata l’emergenza. Infiltrazioni abbondanti. Un intero piano inagibile. Evacuazione necessaria per decine e decine di ragazzi. Destinazioni incerte. Famiglie in ansia per i ritmi quotidiani che rischiano il tilt. Un’altra scuola? E dove? Oppure doppi turni? Assemblee improvvise e infuocate. Stato di agitazione crescente… Così ieri alla Florio. Analogo destino incombe su molti altri istituti. Sergio Rappa, assessore comunale all’Edilizia scolastica, rilascia dichiarazioni oneste ma sconfortanti. In quindici scuole si sono accertate infiltrazioni gravi, in altre si hanno problemi di minor portata.


Si corre ai ripari. Nelle incertezze del tempo e dei soldi. Al Comune di Palermo non è giunto nulla dei milioni di euro che lo Stato ha dato alla Regione. Dei 35 milioni dei fondi Fas, invece, da 5 a 15 potrebbero andare alle scuole. Ma il loro arrivo è incerto. Così si studia fra le emergenze. Quella delle infiltrazioni alle prime piogge. Quella dei riscaldamenti ai primi freddi? Non si poteva prevedere? L’assessore dice di sì. Ma allarga le braccia. Non potevano far nulla. Il Consiglio ha approvato il bilancio solo a fine agosto. Solito copione. I tempi della vita sono lontani da quelli della politica. Dove si susseguono stagioni diverse. Di anno in anno. Ma avendo ogni volta come risultato gli stessi disastri.

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