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Palermo, emergenza nelle scuole per la pioggia

A San Lorenzo chiuse nove aule. In crisi la media Ignazio Florio. Rivolte delle famiglie sulla destinazione degli alunni, che rischiano di essere dirottati nelle succursali e in altre sedi: interviene la polizia

PALERMO. Sono tante le scuole in città dove urgono interventi di manutenzione straordinaria. Una di queste è la scuola media Ignazio Florio di via Di Giovanni, a San Lorenzo, dove ieri ha fatto tappa il camper del Giornale di Sicilia. Qui, da mercoledì scorso nove aule sono state chiuse a causa di grave infiltrazioni dal tetto. I soffitti delle aule al primo e ultimo piano sono tutti fradici, macchiati di muffa e sfaldati, in molti punti l'intonaco è crollato e dai piccoli crateri che si sono formati precipita sul pavimento acqua mista a polvere. In seguito al sopralluogo dei vigili del fuoco, che hanno dichiarato inagibile il primo piano, gli studenti hanno seguito le lezioni nelle aule multimediali e nell'anfiteatro della scuola. Questo almeno fino a venerdì scorso, quando il consiglio di istituto ha deciso di trasferire sei delle classi rimaste senza aula (per tre classi si è trovato posto al pianterreno) nella vicina succursale dell'istituto, in via Astorino, fino alla messa in sicurezza del primo piano. A giudicare dalle proteste che questa decisione ha provocato, sembra che riparare i danni materiali alla sede della scuola sarà difficile (sebbene l'assessore Rappa abbia dichiarato che la Florio sarà in cima alla lista degli interventi, una volta assegnati gli appalti per le forniture), mentre non esiste cemento che possa sanare la frattura che divide la popolazione studentesca della Florio.


Ieri mattina, infatti, i genitori degli studenti trasferiti alla succursale di via Astorino, hanno inscenato una protesta che si è protratta fino alla tarda mattinata e che ha avuto prosieguo nel pomeriggio, con la convocazione di una riunione del consiglio d'istituto. I genitori non ci stanno a mandare i propri figli in succursale, c'è chi preferisce tenerli in casa o sobbarcarsi il peso dei dopi turni: la sede di via Astorino è a rischio, sostengono, perché i ragazzi che la frequentano sono «difficili». «Alcuni ragazzi hanno impedito ai nostri figli di entrare», racconta Giuseppina Bravo. «Maleparole», intemperanze, intrusioni nelle classi e atteggiamenti da bulletti è quanto emerge dai racconti dei genitori riuniti a scuola ieri, per chiedere alla preside di trovare una diversa soluzione. «Le aule della succursale sono più piccole, molte senza lavagna - dice Giovanna Ferrante - quest'anno mio figlio frequenta la terza, dovrà dare gli esami: vorrei che studiasse in un clima sereno». Ma quando la campanella suona, i ragazzi devono farsi strada fra gli adulti che protestano. «Calmatevi - tenta di farsi sentire Nunzio Vella, componente del consiglio d'istituto - la preside sta incontrando i rappresentanti di classe per studiare un'alternativa». Alla volante della polizia chiamata sul posto, la preside Lucia Lo Cicero spiega: «Aspetto di poter dire ai genitori che i loro ragazzi saranno ospitati in un'altra scuola, fino ad allora possiamo solo discutere di un problema creatosi anni fa».


La preside fa riferimento alla mancata integrazione fra studenti di diversi quartieri. La media Florio accoglie infatti anche ragazzi provenienti dalla vicina cintura periferica e dallo Zen. «Da anni il criterio con cui sono state composte le sezioni - spiega la preside - ha fatto sì che questa in questa sede si raccogliessero tutti gli studenti di alcuni quartieri, mentre tutti gli altri hanno trovato posto in via Astorino. Qui ci sono classi di 25-28 studenti, lì aule con non più di 15 ragazzi. Ma tra di loro pochissimi sono capaci di gesti di bullismo. Genitori e docenti che si oppongono all'utilizzo della succursale in questo frangente dimenticano che ruolo della scuola è soprattutto educare, non solo insegnare». Una soluzione sembra arrivare a metà mattinata, quando la dirigenza della scuola Bentivegna mette a disposizione quattro classi. Ma, in seguito al sopralluogo, si accerta che i locai sono insufficienti ad ospitare i ragazzi. Le classi del primo piano saranno «sfollate» nella succursale. «Non vedo che altro si possa fare», dice Basilio Prisciotta, presidente del consiglio d'istituto riunitosi ieri fino al tardo pomeriggio. «Però bisogna garantire sicurezza ai ragazzi. Se non potremo contare su assistenti sociali, organizzeremo dei gruppi di genitori per aiutare a mantenere l'ordine durante le ore di lezione», conclude.

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