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Mafia e cemento, caccia ai fiancheggiatori dei boss

Nuove indagini dopo l'operazione che ha portato all'arresto di quattro imprenditori tra Altofonte e Misilmeri nel Palermitano. Occhi puntati anche su architetti, ingegneri, un direttore di banca e un funzionario comunale

PALERMO. Dopo l'arresto di quattro imprenditori tra Altofonte e Misilmeri, comincia la caccia ai fiancheggiatori dei boss in provincia di Palermo. Il blitz di mafia dei giorni scorsi lascia ora spazio ad altre indagini. L'attenzione dei carabinieri, come si legge in un articolo di Vincenzo Marannano sul Giornale di Sicilia di oggi, è adesso concentrata su chi era più vicino ai quattro: nella lista, per esempio, c'è l’imprenditore amico che ha vinto la gara e poi l’ha affidata in sub appalto alle imprese vicine a Giuseppe Marfia, gli ingegneri e gli architetti che hanno seguito buona parte dei lavori, il direttore di banca che ha concesso mutui e dilazioni, il funzionario del Comune pronto a fare favori.
L'operazione, ha portato all'arresto degli imprenditori Giuseppe Marfia, Salvatore Giuseppe Raccuglia, Andrea Di Matteo, che è presidente della «Imp.Edil Scavi» di Altofonte e Giovanni Battista Inchiappa. La Procura aveva chiesto l’arresto anche per Maria e Caterina Raccuglia, di 30 e 28 anni, figlie di Salvatore; per la moglie di Inchiappa, Adele Antonelli, di 58 anni, e per Giuseppe Mannino, 55 anni, di Misilmeri, ma il gip Michele Alajmo ha respinto la richiesta. Al momento i quattro sono solo indagati a piede libero. Il blitz, oltre agli arresti, ha portato anche al sequestro di cinque ditte ritenute vicine a Cosa nostra. 

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