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Indennità degli amministratori, i tagli non servono

I tagli ai costi della politica mi trovano totalmente d'accordo. Esprimo invece la mia contrarietà rispetto al fatto che, quando si parla di ridurre le spese, il primo pensiero del Governo Regionale corre direttamente alle indennità di sindaci, assessori e consiglieri comunali. In tal senso, e potrei chiuderla qui, a Marsala tale riduzione è stata già effettuata lo scorso giugno, su mia proposta, con delibera di Giunta.
Ma il mio discorso va oltre questa semplicistica replica e vuole stigmatizzare il messaggio - grave e pericoloso - che i cittadini percepiscono per colpa di queste roboanti enunciazioni di facciata: «Tagliamo le indennità degli amministratori»! Cerco di essere più chiaro.
Il cittadino ormai, quasi meccanicamente, associa ai «tagli» la parola «sprechi» che, in ambito pubblico - apriti cielo - evoca di tutto e di più. Di conseguenza, l'equazione «indennità dei sindaci» = «soldi superflui, inutili» (sprecati, appunto) è un ragionamento minimo che tutti si sentono autorizzati a fare. In più, questo discorso, nella sua iperbole, può anche giungere allo slogan «sindaci fannulloni»: un aggettivo attualissimo e di facile presa popolare.
Non ci sto! Oggi, i sindaci - senza distinzione di colore politico - sono tutti in trincea. Rappresentano il front office, l'avamposto su cui scaricare le emergenze sociali, le difficoltà economiche: insomma, i conflitti generati da questa perdurante crisi che ha messo in ginocchio tutti i Comuni. Dietro ogni fascia tricolore, spesso, c'è un sindaco che ha abbandonato - volutamente, attenzione - la propria attività per assolvere al meglio il mandato elettorale. Tant'è che all'amministrazione della cosa pubblica non dedichiamo «i ritagli del tempo libero», ma giornate intere lontane dal proprio lavoro e dalla famiglia. Tagliare il 10% delle indennità, pertanto, non significa niente.
A meno che il governatore Lombardo - che ha annunciato «una finanziaria di rigore che punterà sullo sviluppo e l'aiuto alle attività produttive» - non abbia predisposto un piano economico mirato. Un progetto, cioè, che indichi chiaramente che a fronte delle entrate (indennità risparmiate) c'è la risoluzione di almeno uno - sottolineo uno - degli assillanti problemi siciliani: agricoltura, precariato, rifiuti, viabilità e trasporti.
C'è questo immediato riscontro ? Perché, se così fosse, allora dico: tagliamo totalmente le indennità pubbliche - ad ogni livello - dal consigliere comunale al presidente della Regione, senza che sapienti artifici contabili mettano al riparo le indennità di chi, impudentemente, tali tagli propone. Per un intero mandato, mettiamoci tutti a lavorare gratuitamente per le comunità amministrate: risolveremmo i problemi, evitando di scaricarli sulle future generazioni. Io ci sto! Ma così non è e non sarà, fino a quando si continuerà con queste trovate propagandistiche (i tagli alle indennità), puntualmente lanciate alla vigilia di ogni manovra finanziaria che vuole - con gli annunci - rimettere a posto i conti della Regione.

* SINDACO DI MARSALA

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