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Pesce azzurro, gli esperti rilanciano il consumo

Dibattito a Palermo su uno dei protagonisti della dieta mediterranea nell’ambito del Sicilian fish school. Il nutrizionista Buscemi: contiene vitamina D, utile per l’osteoporosi e per lo sviluppo scheletrico dei giovani

PALERMO. Visto l’entusiasmo dei bambini, si può dire che l’obiettivo della prima edizione del Sicilian Fish School è stato raggiunto. La manifestazione organizzata dall’associazione Enos di Palermo, infatti, aveva lo scopo di attirare, di sedurre i più piccoli verso un alimento, il pesce azzurro, salutare, ma allo stesso tempo ricco di gusto.
Sono stati più di duecento i piccoli studenti delle scuole elementari che hanno partecipato alle tappe previste per questo appuntamento insieme a decine di insegnati e chef e agli allievi dei due istituti alberghieri di Bronte e Menfi. L’obiettivo è stato proprio quello di insegnare il valore e il sapore del pesce azzurro ai più piccoli, che hanno risposto con grande entusiasmo. La manifestazione, che è stata promossa dall’assessorato regionale alla Pesca, si è conclusa ieri con una tavola rotonda alle Officine Baronali di Palermo, dopo le tappe a Menfi e Bronte.
All’incontro hanno preso parte Silvano Riggio, professore di Ecologia all’università di Palermo, Gaetano Cacioppo, preside della scuola elementare Lombardo Radice di Menfi, Giuseppe Ferraro, presidente di Enos e Silvio Buscemi, docente di Nutrizione clinica all’università di Palermo. Proprio il professore Buscemi ha illustrato gli effetti positivi che può avere il pesce azzurro per le sostanze che contiene. «Il pesce azzurro caratterizza la dieta mediterranea. Contiene vitamina D, utile per l’osteoporosi e per lo sviluppo scheletrico dei più piccoli. Inoltre, nel pesce azzurro ci sono amminoacidi e selenio, che ha ottime capacità antiossidanti ed è utile contro l’invecchiamento». Peccato, però, come ha chiarito Buscemi, che di pesce azzurro se ne consuma meno di quanto si dovrebbe. Una buona dieta prevede, infatti, due porzioni di pesce a settimana di 550 grammi a settimana, ma si è molto lontani da questo standard.

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