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Le inutili liti sui termovalorizzatori

L’errore più grossolano nel quale potrebbe incappare la Sicilia sarebbe quello di paralizzarsi in una sterile contrapposizione di trincea tra chi è favorevole e chi è contrario alla realizzazione dei termovalorizzatori. Stiamo parlando, è chiaro, dell'annoso problema dei rifiuti. Storia antica quanto irrisolta. Correva l'anno 2002; vigeva allora un'altra gestione commissariale dei rifiuti. Con ordinanza 1166 del 18 dicembre, un corposo documento di oltre 650 pagine chiariva al colto ed all'inclita quale radioso futuro avrebbe conseguito il sistema di smaltimento dei rifiuti in Sicilia. Una puntuale analisi spiegava infatti che fare della frazione umida e di quella secca; come eliminare l'eternit ed i pericolosi rifiuti ospedalieri; specificava l'esistenza di un problema (con la connessa soluzione) degli automezzi giunti a fine vita. Senza tralasciare una puntigliosa elencazione dei modi più corretti per realizzare in maniera efficace la raccolta differenziata. Se volessimo sinteticamente elencare i risultati conseguiti in questi otto anni, potremmo laconicamente annotare "zeru tituli"! Oggi siamo al varo di un "nuovo" piano rifiuti, del quale peraltro circolano versioni non definitive. Vorremmo evitare il pericolo di cadere nella trappola dicotomica, termovalorizzatore si, termovalorizzatore no. Come fare? Affidiamoci ai numeri. Produciamo ogni anno 2,6 miliardi di chili di rifiuti, qualche volta recuperabili, qualche volta no; quasi sempre olezzanti. La soluzione individuata nel piano è quella di spingere (in senso letterale) la raccolta differenziata e portarla al 20%, poi al 35% ed infine al 45%. Considerato che il centro-nord del Paese (dopo decenni di differenziata) supera appena il 32%, aspettiamo fiduciosi che la Sicilia ed i siciliani compiano questo miracolo. Tagliato comunque l'auspicabile traguardo, resta da chiarire che fare del residuo 65- 55% di rifiuti indifferenziati. Realizzare una fitta rete di discariche controllate avrebbe il vantaggio di eliminare (forse) i rifiuti dalle strade. Ma avrebbe lo svantaggio che una discarica, una volta completata, resta appunto...una discarica; e cioè una montagna di rifiuti interrati. Seconda le bozze di piano circolanti le discariche esistenti in Sicilia avrebbero una capacità residua di 4,5 milioni di tonnellate, che equivalgono a meno di due anni di autonomia. Allo stesso tempo gli impianti di compostaggio esistenti potrebbero smaltire appena 100 mila tonnellate di umido all'anno; ipotizzando che vengano prodotte almeno 900 mila tonnellate di umido e che la differenziata consenta di recuperarne un terzo, mancherebbero gli impianti per trattare le altre 200 mila tonnellate di cibo, resti di cucina e potature. Quanto poi agli impianti di pre-trattamento, esistono pochissimi esemplari. Alla fine di un lungo percorso si affacciano nel piano dei rifiuti i tanto discussi termovalorizzatori. Non poteva essere diversamente; e se smettessimo di litigare sui termovalorizzatori e magari lo facessimo sulle discariche che comunque dovranno essere realizzate? Nessuno sarà felice di averle nel proprio territorio.

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