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Ex Pip, stop al sussidio

Scade domani la proroga che consente ai 3.200 precari di guadagnare 620 euro al mese anche se non hanno ancora preso servizio nella nuova onlus. L'assessorato al Lavoro: "Non si sa quanto guadagneranno"

PALERMO. «Nessuno può garantire al momento quanto guadagneranno»: l’assessorato al Lavoro allarga le braccia e scoppia il caso dei futuri stipendi dei 3.200 ex Pip di Palermo che saranno assunti da una onlus in orbita Regione.
Ieri si sono riunite congiuntamente all’Ars le commissioni Lavoro e Attività produttive. E, rivela il presidente Salvino Caputo, «è apparso chiaro che questi lavoratori guadagneranno probabilmente meno di quanto guadagnavano quando erano nell’orbita del Comune». Il motivo è legato alla quantificazione degli sgravi contributivi e fiscali a cui avrà diritto la nuova onlus. Le previsioni ottimistiche fino a ora non sono state confermate. Dunque più bassi saranno gli sgravi, più il costo del lavoro aumenterà mentre il budget resterà di 36 milioni all’anno: «Sulle agevolazioni non abbiamo ancora certezze. I nostri consulenti del lavoro - spiega la direttrice dell’assessorato, Letizia Di Liberti - stanno facendo tutte le valutazioni. Al momento non possiamo fare alcuna previsione sugli stipendi». Caputo ricorda che «quando la Finanziaria fu approvata, era stato promesso un compenso superiore ai 620 euro che prendevano al Comune, invece si andrà al di sotto».
Altra tegola. Domani scade la proroga che permette ai 3.200 di guadagnare i 620 euro anche se non hanno ancora preso servizio nella nuova onlus: significa che da questo mese non arriverà più il sussidio ma con ogni probabilità la onlus non entrerà in attività e dunque non ci saranno neppure gli stipendi. La Di Liberti è cauta: «Possiamo solo confermare che il sussidio scadrà domani».
In commissione è approdato anche il caso dei 225 tutor che il Comune chiede di aggiungere alle 3.200 assunzioni già previste: persone che hanno lavorato nel bacino dei Pip fra il 2001 e il 2003 ma poi ne sono usciti. La Di Liberti ha precisato che questo personale «non sembra avere i requisiti per l’assunzione». Ma la vicenda agita Confindustria Palermo. Per il presidente Alessandro Albanese «è l'ennesimo scandalo in barba ai proclami sullo sviluppo della Sicilia, una scandalosa infornata di nuovi precari a danno dei contribuenti». Albanese apprezza la politica di rigore attuata dalla Di Liberti ma teme «che si creino stipendifici al posto di una doverosa attenzione al mondo produttivo». Nicola D'Agostino, vice presidente dei deputati dell’Mpa all’Ars, si è detto «stupefatto dalle affermazioni di Albanese». Mentre Pino Apprendi, Pd, invita Lombardo a «intervenire per uscire dall’equivoco sulla gestione amministrativa di questo personale».

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