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"Procurò eroina all'amico per aiutarlo a morire"

Il caso a Cefalù. Rinviato a giudizio Giovanni Peri, 47 anni con l'accusa è di istigazione al suicidio

PALERMO. Procurò dosi fatali di eroina all'amico per "aiutarlo" a morire. Con quest'accusa Giovanni Peri, 47 anni, è stato rinviato a giudizio dal gip del Tribunale di Palermo. La vittima, S.F.C., aveva anch'egli 47 anni. Il suo corpo venne rinvenuto nella casa di Cefalù dove viveva da solo. L'uomo era stato stroncato da un'overdose di eroina che, per attuare il suo proposito di suicidio, si era procurato con il decisivo aiuto di Peri, suo amico tossicodipendente. Con lui si sarebbe recato da Cefalù nel quartiere di Bonagia, dove opera una rete di spacciatori. In cambio, Peri avrebbe ottenuto gratuitamente per sé alcune dosi di stupefacenti. Secondo quanto ipotizzano le indagini coordinate dal dirigente del commissariato di polizia di Cefalù, Manfredi Borsellino, Peri era perfettamente consapevole dell'uso che S.F.C. avrebbe fatto della droga. E per questo il gip lo ha ora rinviato a giudizio per istigazione o aiuto al suicidio. Il processo comincerà il 13 dicembre in corte d'assise. 

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