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Mafia, processo Mori: in aula i pizzini di Ciancimino

Diversi i documenti depositati dai pm, tra cui i fogli che sarebbero stati scritti a macchina dal boss Bernando Provenzano in persona e destinati all'ex sindaco di Palermo

PALERMO. E' cominciato con l'esame del capo della polizia scientifica Pietro Angeloni il processo al generale dei carabinieri Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato alla mafia.  Angeloni ha eseguito, su incarico della Procura, una perizia grafica e merceologica su diversi documenti depositati dai pm tra i quali manoscritti e dattiloscritti attribuiti all'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino e consegnati ai magistrati dal figlio Massimo e su una serie di pizzini che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati scritti a macchina dal boss Bernardo Provenzano e destinati a Ciancimino.


Angeloni ha riferito le conclusioni della consulenza sui documenti, che è agli atti del processo. Su manoscritti e dattiloscritti attribuiti a don Vito sono stati fatti accertamenti merceologici -per datare la carta - e grafologici. Angeloni ha specificato che sugli originali prodotti si è proceduto con l'esame del carbonio 14, eseguito su singoli frammenti bianchi, che ha accertato che la carta risale allo stesso periodo a cui Massimo Ciancimino colloca la produzione del documento.  Quanto alla paternità dei manoscritti, Angeloni ha sostenuto che si tratta "con certezza" di appunti vergati dall'ex sindaco. Dopo l'introduzione di Angeloni sul banco dei testi sono saliti altri due consulenti della Scientifica che esamineranno singolarmente, davanti al tribunale, ciascun documento.

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