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Italia del Valori, Giambrone coordinatore regionale

L'ex commissario eletto nel corso del congresso a Palermo. "Chiediamo al Pd di uscire da questa fase di ambiguità"

PALERMO. Un'elezione che testimonia la volontà del partito di dire no alla politica del presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Un'elezione che manifesta la volontà dell'Italia dei Valori di chiedere chiarezza al Partito democratico. Intenti che si concretizzano con la nomina del senatore Fabio Giambrone a coordinatore regionale del partito, fondato da Antonio Di Pietro, al termine del congresso che si è svolto ieri a Palermo: ha ottenuto l’85% dei consensi su 400 elettori. L'ex commissario adesso può continuare ad agire ai vertici dell'Italia dei Valori in Sicilia col nuovo ruolo. Il suo documento politico programmatico era stato sostenuto dai nove segretari provinciali dell'isola. Come alternativa a Giambrone si era proposto Orazio Rinelli, attuale assessore al Comune di Gela. Una macchia, secondo i colleghi di partito, caratterizza il suo curriculum: l'appoggio concesso al candidato che il Pd aveva proposto col sostegno del Mpa come sindaco di Gela. «L'Idv si pone in alternativa al governo Lombardo e, in campo nazionale, al governo Berlusconi», ha dichiarato Giambrone.
Il Partito democratico, secondo le indicazioni del nuovo coordinatore, rappresenta l'alleato privilegiato designato dall'Idv per costruire un'alternativa ad entrambi i governi. «Chiediamo al Pd, però, di uscire dall'ambiguità in cui versa in questo momento - ha aggiunto -, perché se non si recupera una coerenza non si può pensare di stare insieme». A replicare a Giambrone è il segretario regionale, Giuseppe Lupo, che apre a una possibile intesa. «Il Pd ha avuto il senso di responsabilità di scegliere di sostenere un governo tecnico alla Regione con assessori onesti e competenti per affrontare le mille emergenze causate dal centrodestra. Se l'Idv è disponibile siamo pronti a verificare un'alleanza per candidarci a governare insieme i comuni siciliani». Al Mpa Giambrone, invece, rimprovera un'eccessiva ambiguità. «Non possiamo immaginare un percorso con un partito che un giorno sta col Pd in Sicilia e l'indomani vota la fiducia al Governo Berlusconi».

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