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Mafia, sostenere chi si ribella

Qual è oggi il livello di penetrazione della mafia nelle maglie dell’economia siciliana in generale e palermitana in particolare? Quanto ancora forte è l’ingerenza della criminalità organizzata negli apparati produttivi e imprenditoriali che muovono il territorio? Episodi come quello accaduto ieri - il dipendente di una società che gestisce i parcheggi dei principali ospedali palermitani, gambizzato davanti alla sua abitazione - al di là delle motivazioni e dello scenario su cui saranno gli inquirenti a fare chiarezza, rilanciano il delicato tema della spesso impalpabile ma mai del tutto debellata connessione fra affare e malaffare. E in una terra come la nostra, in cui tale connessione ha dispiegato radici lunghe e resistenti nel sottobosco di losche connivenze, si tratta di tema quanto mai attuale e degno di assoluta e prioritaria attenzione.
Al di là del molto o del poco che finora si è fatto sulla via del rispetto della legalità - chè non è mai il dato statistico o numerico a fare tendenza, ma piuttosto la sostanzialità dei risultati - non v’è dubbio che il cammino non sia ancora arrivato al traguardo finale. Siamo insomma a una fase di operazioni in corso, durante le quali tutte le istituzioni chiamate a vigilare sulle regole (da una parte) e a tutelare le frontiere di legalità (dall’altra) devono ancora tenere più che mai il timone puntato nella stessa direzione. Un compito che spetta alla politica che amministra, alle forze dell’ordine che controllano, agli inquirenti che indagano, alle stesse associazioni imprenditoriali che rappresentano le aziende. Perché urge garantire sostegno e assistenza a chi si ribella e denuncia, mettendo per questo a repentaglio non solo i propri affari ma soprattutto la propria vita; ma urge anche rafforzare i controlli, che però spesso finiscono paradossalmente per penalizzare chi è in regola e lasciano filtrare invece torbidi aggregati. In particolar modo su quel sistema di appalti - mai sufficientemente sottoposto a limpide ed efficaci garanzie di trasparenza - che mette in rapporto il privato col pubblico e che, senza un adeguato meccanismo di salvaguardia delle regole, rischia di drogare il mercato. Quel mercato, fondamento di sviluppo e motore dell’economia, in cui non necessariamente il più forte è anche il più onesto. Anzi, è molto più spesso vero il contrario.

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