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Raccolta differenziata a Palermo, servizio da migliorare

Risiedo in una zona che la raccolta differenziata ha reso “di frontiera”, in quanto, lungo la stessa strada, convivono condomini in cui tale raccolta è già in funzione ed altri in cui la stessa non è ancora attiva. Per questa ragione, i cassonetti indifferenziati qui presenti, a tutt’oggi, non sono stati del tutto eliminati, con la conseguenza che essi, oltre a servire i cittadini non ancora ammessi alla differenziata, sono utilizzati da chi non si arrende al nuovo tipo di raccolta. A riguardo, segnalo un curioso fenomeno migratorio: anche persone che risiedono in altre zone della città vengono qui a conferire i propri rifiuti.
Perché molti fuggono dalla differenziata? A mio modesto avviso, non si è riflettuto abbastanza sulle difficoltà che le famiglie avrebbero incontrato nel passaggio - troppo repentino - da un sistema incentrato sul cassonetto unico (o quasi) indifferenziato, ad uno basato su un’integrale raccolta differenziata. Le lamentele si incentrano, principalmente, sulla frequenza, non giornaliera, del ritiro degli scarti organici e indifferenziati. In effetti, la capacità di sopportazione delle famiglie varia sensibilmente a seconda che si debba trattenere in casa, per più giorni, la carta, il vetro e la plastica, o, al contrario, il pesce, la frutta ed i pannolini.
Non sarebbe stato meglio prevedere una fase transitoria in cui, accanto alla raccolta differenziata porta a porta degli scarti effettivamente riciclabili (carta, plastica, vetro), si fossero mantenuti (solo per l’organico e l’indifferenziato) i cassonetti?
Mi domando, infine, se si sia riflettuto, altresì, sui risvolti estetici che i nuovi cassonetti provocano sulla fisionomia delle nostre strade, i condomini privi di spazi interni, infatti, ogni mattina piazzano di fronte ai propri portoni un arcobaleno di cassonetti.  
Alessio Carfì, Palermo 

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