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Romeo: "La Sicilia è condizionata da ferite profonde"

L'arcivescovo di Palermo, salutando il Papa, parla di disoccupazione, di problemi amministrativi ed economici, di criminalità organizzata come piaghe dell'Isola. "Gestione politica discontinua e poco attenta" dice

PALERMO. "Non possiamo nascondere che la Sicilia sia caratterizzata da ferite profonde, antiche e nuove, personali e comunitarie che incidono nel tessuto sociale". Queste le parole pronunciate dall'arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, nel messaggio di saluto al Papa, prima della messa al Foro Italico.
"Un crescente tasso di disoccupazione, il disagio delle fasce sociali piu' deboli, i numerosi problemi amministrativi ed economici, non cessano di condizionare pesantemente la vita della
nostra isola, spesso scenari di drammi che la criminalita' organizzata approfittando di questo humus consuma a danno dell'intero tessuto sociale e inevitabile e inevitabilmente delle
sinfole coscienze", ha aggiunto l'alto prelato.
"Come non ricordare che in questo momento - ha sottolineato mons. Romeo - quanti nel desiderio di garantire un futuro migliore ai propri familiari hanno dovuto cercare nuove occasioni di lavoro in altre regioni e all'estero, sorretti dalla forza della fede?".
Ci sono "tanti elementi" che fanno in modo che in Sicilia "i giovani non guardino al futuro con speranza", "tanto immobilismo sociale e culturale come pure una gestione politica discontinua e poco attenta ai problemi della disoccupazione giovanile, rischiano di fare penetrare in loro il senso della sconfitta, il tarlo pericoloso dello scoraggiamento".
"I nostri giovani - ha aggiunto Romeo - sanno che il Santo Padre e' consapevole del loro dolore e del loro smarrimento, di fronte al disorientamento che respirano da questa societa' che diviene troppo spesso sopraffazione, ingiustizia, violenza, morte e li sostiene e li accompagna con la sua preghiera e il suo prezioso magistero".

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