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I voli dirottati e le scarse informazioni

L’efficienza di un sistema si misura nella sua capacità di gestire l’emergenza. Non si può dire che il sistema del trasporto aereo e degli aeroporti siciliani abbia retto alla chiusura di uno scalo come quello di Palermo. È bastato che un aereo finisse fuori pista a Punta Raisi - e tralasciamo le proteste dei passeggeri sui soccorsi - che per i palermitani in arrivo o in partenza si trasformasse tutto in un inferno.
Non è stato sufficiente neanche poter disporre di due aeroporti relativamente vicini dove dirottare i voli per limitare i disagi. Ieri è stata una giornata di caos. Segnaliamo soprattutto la carenza di informazioni per i passeggeri. Assenza di notizie sui voli cancellati, negli scali nessuno in grado di dare certezze davanti a utenti disarmati o inferociti. Addirittura è successo che passeggeri in partenza da Roma salivano a bordo dell’aereo credendo di atterrare a Catania per poi scoprire dalla voce del comandante lungo il viaggio che sarebbero finiti a Trapani. Con ulteriori disagi per chi avrebbe dovuto prelevarli nell’aeroporto sbagliato. Compagnie aeree allo sbando, senza neanche la possibilità di organizzare pullman in numero sufficiente per trasferire i passeggeri dei voli dirottati. Il centralino di Punta Raisi in tilt, che non risponde praticamente da venerdì sera, dal momento dell’incidente. Un quadretto molto desolante. Oggi a partire dalle 14, è stato annunciato, Punta Raisi riprenderà a funzionare. Ma funzionerà in modo dimezzato. Non c’è molto da sperare. Temiamo altri disagi. Compagnie aeree, Enac, Enav, Gesap, le altre società che gestiscono gli scali di Catania e Trapani, e tutti coloro coinvolti nel traffico aereo, dovrebbero darne conto. I passeggeri non sono valigie. [email protected]

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