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Cgil: a Catania in due anni 2 mila donne disoccupate

CATANIA. Tra il 2008 e il 2009 sono duemila le donne che hanno perso il  lavoro a Catania e provincia. E' quanto emerge dal dossier del Coordinamento donne e dell'Ires Cgil di Catania.
Dalla ricerca emerge che il tasso di occupazione e di attività delle donne nel Catanese (18 punti percentuali in  meno di quello nazionale) è bassissimo: il 50% rispetto a quello maschile e il loro contributo è spesso limitato  a settori  particolari e occupazioni specifiche, con un consistente  ricorso al lavoro part-time. Poche  donne  sono oggi nella posizione di vertice, sia nel settore privato che nella pubblica amministrazione.
Per Luisa Albanella, segretaria confederale e responsabile dipartimento Pari opportunità, Erica Sapienza responsabile del Coordinamento donne e Tuccio Cutugno, responsabile dell'Ires, l'Istituto ricerche economiche e sociali della Cgil di Catania, " i dati ci dicono che le donne stanno pagando la crisi più e peggio degli uomini perché prestano  prevalentemente attività lavorative   in settori non coperti da ammortizzatori sociali ed hanno retribuzioni più  basse".
La Cgil sottolinea anche le difficoltà per le madri che lavorano, come gli asili nido che a Catania sono 15 in grado di ospitare tra i 500 e i 650 bambini su una popolazione infantile di 12 mila bimbi da 0 a 3 anni.
"Non è vero che la richiesta a Catania non c'é - sottolinea Luisa Albenella - come le istituzioni locali vogliono farci credere. La verità è che molte giovani madri sono scoraggiate. Tante di loro rinunciano al lavoro e poi scompaiono anche dalla rilevazioni statistiche. Le over 50, quelle che per motivi anagrafici si ritrovano a curare i genitori anziani, si ritrovano senza aiuto da parte del pubblico: un disastro".

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