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Dottorando suicida, il padre: "E' omicidio di Stato"

Parla Claudio Zarcone, genitore di Norman, che dice: "Era molto depresso per il suo futuro. I docenti gli avevano detto che non avrebbe avuto futuro nell'ateneo"

PALERMO. "La libertà di pensare e anche la libertà di morire. Mi attende una nuova scoperta anche se non potrò commentarla: è quanto ha scritto mio figlio in un quaderno prima di suicidarsi". Lo dice Claudio Zarcone, 55 anni, dipendente regionale in pensione, padre di Norman, 27 anni, il giovane, che stava ultimando un dottorando in filosofia del linguaggio, si è lanciato ieri da un terrazzo della Facoltà di Lettere di Palermo, morendo sul colpo.    
"Il suo gesto lo considero un omicidio di Stato. Era molto depresso per il suo futuro - aggiunge il padre - Si era laureato in filosofia della conoscenza e della comunicazione, con 110 e lode. A dicembre si sarebbe concluso il dottorato di ricerca della durata di tre anni svolto senza alcuna borsa di studio. I docenti ai quali si era rivolto gli avevano detto che non avrebbe avuto futuro nell'ateneo. E io sono certo che saranno favoriti i soliti raccomandati".
Norman era fidanzato e cercava un lavoro anche per potersi sposare. "Per guadagnare 25 euro al giorno faceva saltuariamente il bagnino in un circolo nautico. Mi diceva - racconta il padre - che era anche un modo per imparare l'etica del lavoro".
Claudio Zarcone, che è anche giornalista professionista ha fatto a lungo l'addetto stampa per alcuni assessori. "Ho cercato aiuto dai miei amici parlamentari di ex An ma nessuno mi è venuto incontro. Ho trovato solo porte chiuse".
Norman aveva un fratello, David, di 33 anni che lavora nel servizio di emergenza sanitaria del 118. "E' distrutto anche lui - dice il padre - Erano molto legati. Non riesce a comprendere il suo gesto".

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