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Fini, i suoi uomini a Lombardo: avanti anche senza Miccichè

Proposta la nascita di un "laboratorio" che anticipi un quadro nazionale. Alleanza aperta anche a Rutelliani, Udc e l'area cattolica del Pd

PALERMO. Per due giorni, si è visto anche Giovanni Pistorio fra le prime file a Mirabello. Il braccio destro di Lombardo a Roma - il tessitore di tutte le trattative del governatore - ha dato garanzie ai finiani sul fatto che il patto di ferro alla Regione verrà mantenuto. E ora, dopo le parole di Fini, quello che potrebbe nascere intorno al rimpasto imminente è - per dirla con Fabio Granata - un laboratorio che possa anticipare un quadro nazionale prossimo venturo: «Un’alleanza in cui stiamo insieme noi finiani, i rutelliani, l’Mpa di Lombardo, la parte dell’Udc meno vicina al Pdl (quella che fa capo a D’Alia, ndr) e l’area cattolica del Pd. DopoMirabello, Lombardo è più forte». Non c’è il Pdl nel quadro disegnato da Granata, nè nella versione ufficiale o lealista nè quello che fa capo a Gianfranco Miccichè: «Il rapporto con noi e Lombardo è un problema che deve risolvere lui. Noi restiamo con Lombardo anche senza di Miccichè. In fondo il Pdl Sicilia è una nostra idea, lui poi se n’è impossessato a livello comunicativo»taglia corto Granata al telefono.


D’altronde, il patto coi rutelliani in Sicilia è già stato siglato la settimana scorsa fra il leader finiano Pippo Scalia e il numero uno di Api, Mario Bonomo: prevede, quando ce ne sarà l’esigenza, liste comuni a Roma come a Palermo. E a Mirabello ieri c’era anche Dino Fiorenza, ex Pd e presidente di quel gruppo misto all’Arsche mette insieme molti ex centristi e alcuni dichiarati rutelliani. Scalia in serata è stato fra i pochissimi che Fini ha portato con sè a cena (c’erano anche la Tulliani e il ministro Ronchi) nei padiglioni della fiera di Mirabello. L’ala siciliana è quella numericamente più corposa in Futuro e libertà, fotografata nelle prime file durante il discorso a Mirabello nei volti di Nino Lo Presti e Carmelo Briguglio, e riconosciuta ufficialmente in un incontro avvenuto sabato pomeriggio fra alcuni deputati all’Ars guidati da Alessandro Aricò e Italo Bocchino. È dalla Sicilia che Fini ha iniziato l’opera di radicamento sul territorio, che conta già decine di circoli di Generazione Italia e almeno 300 iscritti e attivisti. Nessuno però tra i colonnelli della nuova guardia finiana nega che il discorso di Mirabello possa mettere in difficoltà Miccichè e il cammino dell’attuale Pdl Sicilia (il gruppo all’Ars che li vede insieme): «Il dubbio è tutto lì - sintetizza Briguglio - per il resto non cambia nulla, noi restiamo con Lombardo ».


Il sottosegretario, già attaccato dal Pdl ufficiale per il sostegno all’«odiato» Lombardo, ora potrebbe subire anche il pressing per il rapporto con i finiani, che garantisce loro in Sicilia spazi politici impensabili altrove. Non è un caso che proprio da Labro, dove sabato con Scalia ha partecipato a un convegno con i rutelliani, Miccichè abbia segnato il solco ancora:«Lombardo propone un governo tecnico?Così si mischiano le carte e non si fa capire niente a nessuno. Io col Pd non ci vado.Il governatore decida se preferisce stare con noi, cioè con chi assieme a lui ha fatto nascere il progetto di partito forte e autonomo, oppure con il Pd». Sulla carta Miccichè ha incassato ancora il sostegno dei finiani su questa posizione. Perchè Scalia ha chiesto al governatore di «non portare avanti alleanze col Pd ma di puntare al massimo a recuperare l’Udc e - se sarà necessario - anche il Pdl ufficiale. Cioè l’alleanza che ha già eletto Lombardo nel 2008». Mail governatore ha già bocciato questo piano. E allora Scalia ha aggiunto: «Attendiamo che ci formalizzi una proposta, poi la valuteremo ». Un incontro, forse oggi, potrebbe avvenire anche fra Lombardo e Miccichè. L’escamotage ai veti incrociati a questo punto potrebbe essere proprio quel governo di tecnici che nelle dichiarazioni ufficiali bocciano tutti. Ma Alessandro Aricò ha ammesso che «col Pd non possiamo stare se entra con assessori politici». Per questo Aricò prevede che alla fine «più che un rimpasto, Lombardo potrebbe limitarsi a tre o quattro ritocchi. A quel punto bisognerà vedere cosa farà Miccichè». Superata Mirabello, Lombardo è ora fra due fuochi. Il segretario del Pd,Giuseppe Lupo,gli chiede di rompere con Miccichè e dar vita a una nuova alleanza con Udc e Mpa. Mentre i finiani propongono il «laboratorio» di forze di centro e di destra che puntano a superare il berlusconismo.   

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