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Berlusconi: "Processo breve fuori dai cinque punti"

Il premier chiede la fiducia in Parlamento con una concessione a Fli e all'opposizione, ma avverte: "L'alternativa al programma saranno le elezioni"

ROMA. Silvio Berlusconi chiede la fiducia in Parlamento sul documento che contiene i cinque punti prioritari del programma, con una concessione a Fli ed all'opposizione (il processo breve non è più previsto) ed un avvertimento, l'alternativa a tutto questo è rappresentata solo dalle elezioni.     
Alla vigilia del discorso di Gianfranco Fini a Mirabello, il presidente del Consiglio pare anche voler sgombrare il campo da ogni alibi lanciando ai finiani un ulteriore appello: chi rientra nel Pdl troverà sempre amicizia e sarà ricandidato.    
Il premier parla in un lungo videomessaggio ai 'Promotori della liberta'' nel quale conferma la linea già espressa ieri sulla pienezza dei poteri del governo e volontà di portare a termine un programma di legislatura, completando in tempi rapidissimi l'organigramma dell'esecutivo con la nomina del ministro dello Sviluppo: la prossima settimana, con in pole il viceministro Paolo Romani. Anche se questa soluzione sarebbe accompagnata da alcuni dubbi nel Pdl soprattutto in merito al gradimento da parte del Colle. Così come dubbi ci sono anche sulla posizione di Napolitano in merito alla norma transitoria sul processo breve. Difficilmente, si ragiona in ambienti del Popolo della libertàil Quirinale potrebbe esprimere un giudizio diverso dai rilievi del Csm di qualche tempo. Da qui la riflessione che avrebbe portato a lasciar cadere questo disegno di legge.      
I cinque punti su cui il cavaliere chiede la fiducia alla sua maggioranza riguardano fisco, famiglia, federalismo, mezzogiorno e giustizia. Quest'ultimo tema rappresenta sempre un passaggio prioritario per il presidente del Consiglio che così motiva l'accantonamento del processo breve: "quando si tratta di giustizia e di processi non c'é una norma che non tocchi uno dei tanti processi, o meglio delle tante aggressioni che mi sono state rivolte per tentare di sovvertire il voto degli italiani, allora rassicuro: dentro la mozione sulla giustizia che porteremo all'approvazione del Parlamento prossimamente non dovrebbe esserci alcun riferimento al cosiddetto processo breve. E quindi, per favore, la sinistra la piantasse di fare tanto baccano e pensassero piuttosto al loro vuoto di idee, di programmi e di leader".    

E’ possibile leggere il resto dell’articolo nell’edizione cartacea del Giornale di Sicilia in edicola oggi, domenica 5 settembre 2010.

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