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L'omicidio di Termini, si segue la pista dell'usura

Gli investigatori sospettano che Salvatore Calì, 30 anni, sia stato assassinato per un debito non saldato con gli strozzini più che per motivi passionali

PALERMO. Si segue la pista dell'usura nelle indagini sull'omicidio di Salvatore Calì, trentenne, nativo di Caccamo,che da anni viveva  Termini Imerese in contrada San Cosimo, dove è stato trovato morto ieri mattina nell'androne al piano terra di un edificio.
I poliziotti stanno ascoltando le testimonianze di amici e familiari del giovane e pare che negli ultimi tempi Calì avesse chiesto più volte prestiti ai fratelli. Il trentenne lavorava come operatore sociale in una comunità per anziani di Bagheria e guadagnava fra i 900 e i mille euro, fino allo scorso giugno quando ha deciso di lasciare. Chi lo conosceva parla di un ragazzo normale con la passione per la moda, per la cura del suo corpo e con il sogno di sfondare nello spettacolo. Pare che amasse anche acquistare regali di un certo prezzo per gli uomini con i quali si frequentava e sembra che parte dello stipendio percepito fino a giugno gli venisse pignorato per debiti.
Anche per questo motivo gli investigatori seguono la strada dell'omicidio per un conto non saldato con gli strozzini e stanno abbandonando pian piano la pista passionale.
Maggiori dettagli sul Giornale di Sicilia in edicola oggi (3 settembre 2010).

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