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Vini, dal 2011 al bando il marsala australiano

Entra da domani un vigore un accordo commerciale tra Ue e il paese oceanico. I produttori siciliani tirano un sospiro di sollievo

BRUXELLES. Da domani entra in vigore un nuovo accordo che disciplina il commercio del vino fra l'Ue e l'Australia. I produttori di Marsala, in particolare, non dovranno più temere la concorrenza del marsala australiano, denominazione che gli australiani non potranno più usare dal primo settembre 2011, al pari di altre come Champagne e Porto.   


Ma l'accordo è di "vitale importanza" per tutto il settore, sostiene il commissario europeo all'agricoltura Dacian Ciolos, in quanto "protegge il regime di etichettatura del vino adottato nell'Ue, garantisce la piena protezione delle indicazioni geografiche europee, anche per i vini destinati all'esportazione in paesi terzi, e include un esplicito impegno da parte dell'Australia a proteggere le espressioni tradizionali comunitarie".   


Entro un anno poi dall'entrata in vigore dell'accordo, e dopo un periodo di transizione, l'Australia non utilizzerà più per i propri vini alcune importanti denominazioni, ed espressioni tradizionali come "Fino" e "Claret". Sul vino esportato nell'Ue gli australiani dovranno anche rispettare una serie di condizioni per continuare ad usare un certo numero di termini in relazione ai vini di qualità.    Insomma, un'intesa che dovrebbe riequilibrare - a favore dei produttori europei - l'offensiva commerciale australiana le cui esportazioni di vino in Europa hanno raggiunto nel 2009 un valore di 643 milioni di euro contro i 68 milioni dell'export europeo di vino in Australia.

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