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Protezione su Spatuzza, pronto il ricorso

Si svolgerà nel prossimo autunno l'udienza davanti al Tar del Lazio per la revoca della decisione presa dalla Commissione del Viminale. Immediate le reazioni politiche sulla vicenda

ROMA. Si svolgerà probabilmente nel prossimo autunno l'udienza davanti al Tar del Lazio del ricorso proposto dai legali di Gaspare Spatuzza per l'annullamento della decisione adottata dalla Commissione del Viminale sui pentiti, presieduta dal sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano, che ha rifiutato di ammettere il boss al programma di protezione.     
I legali di Spatuzza Valeria Maffei, Adriano Tolomeo e Sergio Luceri hanno esaminato attentamente le dieci pagine della motivazione del provvedimento, nel quale il 'no' viene fondato su due rilievi: presunte dichiarazioni 'a rate' da parte del boss e, soprattutto, tardive, oltre il termine massimo di 180 giorni dalla data in cui ha espresso la disponibilità a collaborare. Tra queste dichiarazione vi sono anche quelle sul conto di Silvio Berlusconi e Marcello dell'Utri, chiamati in causa in relazione alla presunta "trattativa" tra Stato e Cosa Nostra. Gli avvocati contestano entrambi i rilievi della Commissione, ed, inoltre, ritengono la decisione inficiata dal voto del sottosegretario Mantovano, il quale - a loro parere - avrebbe dovuto astenersi, avendo, prima della decisione della commissione, espresso pubblicamente il proprio parere sulla vicenda.    
La notizia del ricorso di Spatuzza ha riacceso il dibattito politico sulla vicenda, con le opposizioni all'attacco. Il senatore Luigi Li Gotti, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Giustizia, ha definito la decisione della commissione (che risale al giugno scorso) "manifestamente frutto di una scelta politica faziosa e asservita al potere berlusconiano". Analoga valutazione anche da parte di Luigi De Magistris: "La decisione di non concedere la protezione speciale a Spatuzza - ha detto l'ex pm - è stata dettata da ragioni politiche e trova spiegazione nella scarsa autonomia dimostrata dal sottosegretario Mantovano nei confronti del premier, chiamato in causa insieme a Dell'Utri proprio dallo stesso collaboratore nell'ambito del rapporto fra politica e cosa nostra". Il Pd ha fatto sapere che chiederà una nuova audizione del sottosegretario in commissione antimafia. "In occasione della prima audizione - ha detto  Laura Garavini, capogruppo del Pd nella commissione antimafia - Mantovano non ha fornito la documentazione sufficiente per poter affrontare una discussione reale su una decisione che per noi resta solo di tipo politico, soprattutto perché Gaspare Spatuzza è stato ritenuto attendibile da varie procure".     
In difesa della decisione della commissione e del sottosegretario sono scesi in campo il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto e il vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato Gaetano Quaglieriello, i quali hanno parlato di  intimidazioni nei confronti del Tar del Lazio. "Gaspare Spatuzza - ha detto Cicchitto - ha fornito dichiarazioni oltre i limiti di legge e questo dato è oggettivo e non smentibile. E' singolare come dall'opposizione ci sia chi continua a citare Spatuzza quasi fosse parte lesa, come a difenderne le tesi. Noto che vi è una inquietante copertura mediatica sul tema ed è chiarissimo il tentativo da parte di quei qualcuno di intimidire il Tar, a cui invece - ha concluso Cicchitto - va tutta la nostra fiducia: siamo sicuri che sapranno valutare con serenità stando ai dati di fatto".

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