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San Cataldo, Marisol è fuori pericolo

Ce l'ha fatta la bambina partorita in ambulanza a Como da Maria Soraya, la ragazza di 21 anni deceduta dopo un incidente

COMO. Apre gli occhi, si muove, respira da sola, vive. Marisol avrà un futuro e in questi otto giorni ha dimostrato con forza di voler rimanere in questo mondo.  La bimba nata da Maria Soraya, 21 anni, morta a causa di un incidente stradale poco dopo averla data alla luce nel Comasco, ce l'ha fatta. Oggi pomeriggio, 24 ore dopo che le era stata staccata la respirazione artificiale, è stata dichiarata fuori pericolo.    


Il dottor Mario Barbarini, direttore del reparto di Patologia neonatale dell'ospedale Sant'Anna di Como, e il direttore sanitario, Laura Chiappa, non nascondono soddisfazione e commozione nell'annunciare che Marisol vivrà. Merito loro, ma soprattutto della bimba. "Diciamo che è una tipetta tosta, ci ha messo molto del suo e quello che possiamo dire ora è che Marisol avrà un futuro - racconta Barbarini -. Per una persona che non conosce quanto è successo, ora sembra una bambina che dorme tranquilla".   


 E' stata anche la tempestività dei medici del 118 che hanno deciso quel drammatico parto cesareo in ambulanza, mentre correvano in ospedale, a darle la speranza di vivere. Poi ci sono stati i giorni in cui la bimba è stata messa in condizioni di ipotermia, per verificare che rispondesse agli stimoli neurologici; quindi, con il passare delle ore, in assenza di eventi negativi, la speranza ha cominciato a farsi concreta. Marisol è stata portata a una temperatura corporea normale e ha risposto positivamente allo sbalzo. Ieri la decisione di staccare la respirazione artificiale e l'attesa di 24 ore prima di poter dire che non è più in pericolo di vita.    


"Ora è una bambina come le altre in terapia intensiva, è presto per dire se il modo drammatico in cui è nata possa avere conseguenze a livello neurologico, ma quello che ora possiamo dire - ribadiscono i medici - è che avrà un futuro".   Marisol è ancora sedata, progressivamente i medici diminuiranno le dosi di sedativo, mentre è nutrita artificialmente. Ieri, una mamma rimasta anonima le ha portato in reparto un carillon di peluche che raffigura un animaletto e suona tirando una cordicella. Le sta facendo compagnia nei suoi primi giorni di vita e chi gliel'ha portato ha lasciato un biglietto. E' firmato 'una mamma'.   


Il nonno paterno, Salvatore Lunetta, è stato l'unico in famiglia a vederla, ieri in ospedale: "E' stata la gioia più grande che Dio poteva darmi - commenta -. Nel dolore, questa è stata una grande gioia. Vederla respirare da sola, muoversi, è stato quasi come rivedere Soraya. Lei era una ragazza splendida, solare, si dava da fare per tutti". Salvatore si sta imbarcando su un aereo per raggiungere il figlio Rosario a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, dove domani saranno celebrati i funerali della nuora.    La bambina nata dalla morte della ragazza, però, conforterà tutti: "Perché - dice il nonno - è un po' come se Maria Soraya continuasse a vivere in lei".

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