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Aerei e overbooking, controlli più rigidi

Con l'estate si ripresenta, puntuale, il problema dell'overbooking. Vale a dire il meccanismo in base al quale le compagnie aeree vendono biglietti per un numero di posti superiore a quelli disponibili. Un comportamento assai poco corretto. Una tutela del vettore che ha la certezza di avere l'aereo pieno. Un danno notevole per il passeggero cui viene impedito di giungere in tempo a destinazione. Non importa se per vacanza, lavoro o altro. Il cliente che paga ha il diritto di ottenere il servizio nei tempi e nei modi previsti. Invece corre il pericolo di restare a casa. Un malcostume che accomuna tutte le compagnie le quali sembrano dimenticare che senza i passeggeri non esisterebbero. Al povero cliente, trattato peggio di un pacco postale, non resta che protestare e appellarsi alle norme esistenti che, tuttavia, non bastano per rimediare al danno. Al massimo mettono una toppa spesso insufficiente.
L'Unione Europea ha emanato un regolamento che prevede delle compensazioni per il passeggero rimasto a terra con regolare prenotazione, denominate Denied boarding compensation. In base a tale regolamento, il passeggero ha diritto alla riprenotazione sul primo volo disponibile e a tutta l'assistenza necessaria in attesa del nuovo volo, compreso eventuali pasti e servizi alberghieri. Il tutto a spese della compagnia aerea interessata.
Inoltre l'Unione Europea prevede che se l'overbooking avviene in un aeroporto comunitario, il passeggero deve essere risarcito in denaro con varie modalità a seconda dei conseguenti ritardi. Tale somma può essere versata in contanti oppure, come spesso accade, con un buono - viaggio valido per l'acquisto di un altro biglietto (quest'ultima prassi può essere solo proposta dalla compagnia e non imposta.) Se l'overbooking manda all'aria l'intera vacanza, perché il volo era parte di un pacchetto tutto compreso, la compagnia aerea deve compilare una dichiarazione in cui attesta che il passeggero è stato costretto a rinunciare al viaggio per colpa del vettore. Tale dichiarazione consente di rivalersi sulla compagnia aerea per il rimborso del viaggio non effettuato.
Si tratta di interventi importanti ma non risolutivi. Soprattutto non impediscono che il fenomeno si ripeta. A tutto danno dal povero cliente. Mai come in questo caso servirebbe da parte delle autorità di controllo un comportamento inflessibile, per impedire comportamenti tanto scorretti.

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