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Tassare i cortei per far cassa? Cammarata d'accordo

L'idea lanciata dal "collega" romano Alemanno trova l'approvazione del sindaco di Palermo. "E' un'idea su cui lavorare"

PALERMO. Tassare i cortei per fare cassa. L’idea lanciata dal sindaco di Roma Gianni Alemanno viene accolta a braccia aperte da Diego Cammarata. Altro che battuta di fine estate. Il suggerimento è apprezzato, tanto che lo stesso primo cittadino di Palermo dice subito: «È un’idea su cui lavorare certamente in raccordo con i sindaci delle grandi città italiane». E puntualizza: «Nessuno vuole impedire il diritto a protestare, ma una sorta di contributo alla città che subisce il disagio e ne sopporta l’onere economico mi sembra giusto. Alemanno ha ragione - prosegue Cammarata -. Le grandi città, e in particolare le capitali, hanno troppe spese legate ai servizi diciamo “indotti” che al contrario non ricevono alcuna remunerazione e sottraggono risorse ai servizi da erogare ai cittadini». Palermo poi è città di tensioni sociali, fibrillazioni e cortei. Prima che cominciasse l’estate che solitamente è un periodo dell’anno che non vede proteste di piazza, abbiamo assistito ad un periodo turbolento a causa delle tante vertenze aperte, tra ex Pip e Gesip, tra cenciaiuoli e senzatetto. Di tutto e di più. Anzi, un dato ufficiale sui cortei autorizzati parla quest’anno di una settantina di manifestazioni, circa 130 l’anno scorso. E allora perché no? L'articolo completo nell'edizione cartacea del Giornale di Sicilia in edicola oggi, 20 agosto 2010

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