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Ciaccio, dal controllo degli appalti alle estorsioni

PALERMO. Pasquale Ciaccio era già stato arrestato nel novembre del '94 con l'accusa di associazione per delinquere, finalizzata alla commissione di omicidi, estorsioni e danneggiamento. Il 4 luglio del 2008 era stato coinvolto nell'operazione "Scacco Matto", condotta dalla Dda di Palermo, che aveva smantellato un'organizzazione mafiosa che gestiva appalti di opere pubbliche nel settore edile e turistico - alberghiero, nonché il controllo della fornitura di calcestruzzo, mezzi e manodopera specializzata nella Valle del Belice.      
A Ciaccio era stato contestato, in particolare, di avere svolto funzioni di raccordo fra gli affiliati ai clan e di avere curato le estorsioni e la "messa a posto" delle imprese che operavano nel comprensorio. Insieme al boss Calogero Rizzuto, ora collaboratore di giustizia, avrebbe costretto tra l'altro, il titolare di una impresa edile, che stava eseguendo la manutenzione delle strade a Santa Margherita di Belice, a pagare il "pizzo". Avrebbe inoltre mantenuto stretti contatti con il capo mandamento del Belice Gino Guzzo, collegato al capo provinciale di Cosa Nostra Giuseppe Falsone, arrestato a Marsiglia il 25 giugno scorso e già estradato in Italia. Numerose intercettazioni ambientali, infine, confermano il ruolo di Pasquale Ciaccio come "collettore" delle estorsioni nei confronti di imprenditori edili e fornitori di materiali che operavano nella Valle del Belice.
 

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