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Bellolampo, un impianto per smaltire il percolato

Al lavoro gli esperti della protezione civile per definire il bando per la realizzazione della struttura

PALERMO. Un impianto per trattare il percolato a Bellolampo. Centomila tonnellate, secondo la stima al momento più credibile, di questo liquido altamente inquinante, mix tra acqua e spazzatura. E consentire di fare risparmiare all’Amia circa quattro milioni di euro. È l’obiettivo della Protezione civile, il braccio operativo del commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, il presidente della Regione Lombardo. Esperti al lavoro per definire il bando. Come spiega il responsabile regionale della Protezione civile Pietro Lo Monaco: «Ci sono centomila tonnellate, smaltirne una tonnellata ai prezzi di mercato costa dagli 80 ai 90 euro. Ecco perché stiamo lavorando a un bando internazionale per trovare un gruppo di privati che realizzi l’impianto a Bellolampo a cui pagare solo i costi di gestione. Riteniamo così di sborsare 50 euro a tonnellata e risparmiare quasi la metà rispetto al costo di mercato». Per Lo Monaco l’altra alternativa è quella che l’Amia acquisti e realizzi l’impianto e chiami i privati a smaltire il percolato. «Anche in questo caso ci sarebbe un risparmio rispetto agli 80-90 euro a tonnellata previsti per chi preleva e tratti lontano da Bellolampo il percolato. Siamo comunque più d’accordo per la prima ipotesi». Il bando internazionale sarà già pronto a settembre. Sperando che qualche impresa sia interessata per trasformare questo liquido altamente inquinante in acqua da poter utilizzare a fini irrigui, come da tabella 4, spiega il responsabile della Protezione civile. C’è lavoro per almeno sei-sette mesi. Continua Lo Monaco: «L’impresa che realizza l’impianto dovrebbe trattare 300 tonnellate al giorno, altre cento andrebbero affidate all’impianto già esistente a Bellolampo, altri 180-200 andrebbero trattati dal depuratore di Acqua dei Corsari in gestione all’Amap. In ogni caso l’obiettivo è quello di arrivare a trattare 600 tonnellate al giorno per una spesa complessiva di 4,5-5 milioni di euro».
L’impianto preesistente a Bellolampo e già in dotazione all’Amia è fermo da tempo. Si attende l’autorizzazione a trattare una parte del percolato perché i macchinari non consentono lo smaltimento del concentrato di questo liquido. Ma secondo Federico Vagliasindi, il docente universitario chiamato dai commissari straordinari di Amia Sebastiano Sorbello e Paolo Lupi, in qualità di esperto, l’impianto tra non molto ripartirà. «E ci darà una mano a risolvere i problemi di smaltimento del percolato», aggiunge Vagliasindi. È anche doveroso ricordare che sul percolato è in corso un’inchiesta della Procura per accertare se il liquido, accumulatosi e non trattato come necessario, ha inquinato le falde idriche della zona di Bellolampo e che vede indagati il sindaco Diego Cammarata, i vecchi vertici dell’Amia e altri dipendenti, in tutto 13 persone. Ed al momento c’è il lavoro di alcuni periti della Procura per i quali il percolato avrebbe già compromesso le acque del suolo e del sottosuolo.
Intanto sono partiti i lavori per ripristinare a Bellolampo la stazione di sollevamento delle acque meteoriche, impianto rimasto sommerso da una pozza di percolato già rimossa. Lo scorso anno il quadro elettrico era andato in tilt e anche tutto l’impianto. «Anche questo è importante per evitare disagi alla discarica. Saremo pronti per le piogge di fine estate», conclude Vagliasindi.

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