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Regione, bioedilizia: ecco le tecniche per ampliare una costruzione

L'elenco è contenuto in un decreto dell'assessore Luigi Gentile. Le strutture si potranno allargare fino al 25 per cento in più rispetto alla superficie originaria

PALERMO. Materiali ecocompatibili, fonti di energia rinnovabili, riuso delle acque piovane e riduzione dei campi elettromagnetici: sono alcuni dei possibili interventi di bioedilizia, tecnica obbligatoria per chi volesse demolire ed ampliare un edificio aderendo al piano casa approvato a marzo dall'Ars.
L'elenco è contenuto in un decreto di Luigi Gentile, assessore regionale alle Infrastrutture, che regolamenta l'ampliamento, per legge consentito fino al 25 per cento in più rispetto alla superficie delle abitazioni abbattute. Gli interventi di bioedilizia vertono su cinque aree (energia, acque, materiali, rifiuti, salute- confort), ognuna delle quali consta di diverse azioni: gli aumenti volumetrici degli edifici saranno autorizzati solo a chi effettua almeno il 50 per cento degli interventi suggeriti dal decreto (ogni area dovrà essere rappresentata da almeno un'azione).
L'utilizzo delle tecniche di bioedilizia - previste in fase progettuale - sarà verificato dal direttore dei lavori ed attestato nello stato finale dei lavori da trasmettere al Comune competente. E saranno proprio i Comuni a provvedere al controllo ed alle verifiche riguardo all'applicazione del decreto, che nei prossimi giorni sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale regionale e nel sito internet dell'assessorato. «Garantire certezza nell'ambito della bioedilizia assicura una corretta applicazione delle più avanzate tecniche costruttive nel settore dell'edilizia ecosostenibile - afferma Gentile - Il decreto risponde alla volontà del governo regionale di intervenire tempestivamente, e con chiarezza, a favore degli operatori del settore».
Tra le azioni previste nell'«area energia» figurano l'utilizzo di caldaie ad alto rendimento a miscelazione, condensazione o biomassa, il ricorso a radiatori a bassa temperatura ed a sistemi di ventilazione controllata con recupero di calore, ed anche vari sistemi di «comportamento passivo» dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale, così come la riduzione dei consumi elettrici tramite fonti rinnovabili (ad esempio fotovoltaico e mini eolico). Quanto all'«area acque», per usi non alimentari e sanitari sono previsti sistemi di captazione, accumulo, filtraggio e distribuzione dell'acqua piovana e di quella proveniente da lavabi, docce e vasche da bagno. Le acque nere, inoltre, sono utilizzabili dopo bio-fitodepurazione. Spazio pure a materiali ecocompatibili (ad esempio naturali riciclati e di recupero) o che richiedano basso consumo energetico in fase di posa d'opera, gestione e manutenzione. Al contrario, va limitato il ricorso a materiali provenienti da sintesi petrolchimica. In tema di rifiuti, sono incoraggiati gli spazi destinati alla raccolta differenziata e l'utilizzo di materiali riciclati o riciclabili. Infine, nell'area «salute e confort» sono previsti la limitazione del livello dei campi elettrici e magnetici negli ambienti interni e il contenimento dei rumori.

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