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Il giro del mondo in 268 giorni di un geologo agrigentino

Protagonista dell'impresa Alessandro Di Benedetto, di 39 anni. Ha viaggiato intorno al globo a bordo di una barca a vela di 6 metri e mezzo

AGRIGENTO. I suoi amici erano foche e delfini, i suoi compagni di viaggio gli albatros e le balene. Per il resto, Alessandro Di Benedetto era solo. Lui e l'oceano. C'era una volta il giro del mondo in ottanta giorni: il geologo agrigentino ne ha impiegati 268 e poco più di 19 ore per compiere la circumnavigazione del globo. E lo ha fatto utilizzando una una barca di sei metri e mezzo, con la sola assistenza a distanza di due velisti e ingegneri che lo hanno coadiuvato nella scelta della rotta da seguire. «È una questione di preparazione – dice al ritorno dalla traversata - prima interiore che fisica».
In verità, a 39 anni, di Benedetto ha portato nuovamente avanti la «barra» che segna il limite delle capaità umane. Perchè la sua non è solo un'impresa di sport e resistenza fisica, certificata nei registri ufficiali della federazione internazionale della navigazione, l'Isaf. Quella del geologo cresciuto nel mare di Porto Empedocle è la storia di un avventuriero vecchio stampo, capace di vivere nove mesi da solo, nutrendosi del cibo da lui stesso pescato, a volte attendendo la fine di una tempesta nell'oceano indiano o nel Pacifico, altre aspettando che il vento tornasse a gonfiare le vele. Senza mai perdersi d'animo, così come aveva già fatto nel 2002, quanto attraversò l'Atlantico su un catamarano non abitabile inferiore a sei metri. E poi nel 2006, quando partì con un mezzo simile da Yokohama, in Giappone, per approdare a San Francisco, negli States. Di Benedetto ricorda un po' il mito cinematografico dell'archeologo Indiana Jones: «normale» impiegato dell'Anas nella vita di tutti i giorni, mentre trascorre in privato il suo tempo allenandosi per le più ardue imprese. Nato a Roma da madre francese e padre agrigentino, da qualche tempo ha trasferito la sua residenza a Balestrate, nel Palermitano, borgata marinara dove ha messo a punto la sua barca sponsorizzata da Findomestic Banca, col sostegno di quello che definisce il suo «mentore»: Salvatore Bommarito, suo docente universitario palermitano, che lo ha sempre aiutato soprattutto a trovare quell'equilibrio interiore fondamentale per vivere in condizioni estreme per mesi e mesi.
«A Natale, sono andato a messa – scherza Alessandro – e al mattino, guardandomi allo specchio, mi sono accorto di essere vestito con felpa e berretto rosso. Allora mi sono messo la schiuma da barba e mi sono travestito da Babbo Natale». Mantenere alto l’umore è stato importante per il navigatore, che ha trascorso il capodanno nel pieno di una tempesta nell'oceano indiano. Momenti di tensione tutti documentati da cinque telecamere montate a bordo, dalle 12 mila foto che ha scattato lungo il viaggio e raccontati pure dagli sms che, di tanto in tanto, inviava per la pubblicazione sul sito www.alessandrodibenedetto.net. Il geologo è tornato giovedì scorso al porto di Les Sables d’Olonne, nel versante Atltantico della Francia centrale, stesso punto da cui era partito il 26 ottobre scorso per un rischiosissimo giro del mondo. Ha «toccato» i tre capi di Agulhas, all'estremo meridione del Sudafrica, di Leeuwin, nel sudovest dell’Australia e d’Horn, in Sudamerica. Il tutto senza effettuare scali e senza alcun aiuto esterno.
Nel suo ultimo viaggio, Di Benedetto ha inanellato una serie incredibile di record. Anche a sua insaputa. Ha impiegato meno giorni a compiere la circumnavigazione, lo ha fatto con la barca più piccola della storia del mondo e, come se non bastasse, è riuscito a percorrere il tragitto più lungo di sempre con un albero di fortuna. Cosa che ha scoperto solo in questi giorni, al suo «fortunato» ritorno. E sì, perchè l’impresa del navigatore è stata messa a rischio da un incidente avvenuto lo 30 marzo, in prossimità di Capo Horn. L’albero della barca si è spezzato a causa di vento a oltre 100 chilometri orari. Ma Di Benedetto ha ricostruito un asse più piccolo con i resti dell'originale e ha potuto così proseguire la navigazione. E guai a chi l'aiutava.

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