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Consulenze, 382 mila euro per due società

Gran parte dei soldi finiti a Sicilia e Servizi per pagare 12 esperti, Beni Culturali spa ha utilizzato altri 62 mila euro

PALERMO. Sicilia e Servizi ha speso quasi 320 mila euro in un solo anno per pagare 12 consulenti. Beni Culturali spa ne ha utilizzati 62 mila per altri 8 esperti ma non ha rinunciato a mettere sotto contratto anche un’altra società e alcuni avvocati. Le spese per i consulenti fatte dalle società partecipate hanno cifre superiori a quelle emerse recentemente per gli assessorati regionali.
E non a caso il Pd annuncia di essere pronto a portare il caso all’Ars chiedendo al governo di ridimensionare e regolare il fenomeno.
Gli incarichi più pesanti sono stati attribuiti da Sicilia e Servizi, società guidata fino a pochi giorni fa da Emanuele Spampinato, che si occupa di infromatizzazione delle amministrazioni. E infatti ben 197 mila euro sono andati a 5 avvocati per la creazione della banca dati della legislazione regionale, un servizio che la società offre poi a tutte le amministrazioni. Alla guida del pool di esperti, col ruolo di direttore scientifico, c’è il costituzionalista Giovanni Pitruzzella (50 mila euro il compenso lordo). Con lui altri 4 avvocati: Donika Maria Maxhuni (60 mila euro lordi), Marcello Giglio (40 mila euro lordi), Gaetana Marino (27 mila euro lordi) e Daniela Ferrara (20 mila euro lordi). Tutti sono stati messi sotto contratto per un anno e l’incarico scadrà a fine 2010.
Fra gli incarichi più pesanti assegnati da Sicilia e Servizi c’è quello da 30 mila euro all’architetto Pietro Salamone per la rilevazione di presenze e la gestione degli accessi nella pubblica amministrazione. Oltre 19 mila euro sono andati a Ivan Niosi per un sistema informativo territoriale in materia di energia. La stessa cifra, 19.500 euro, è andata all’ingegnere Andrea Calì per «nuove progettualità in materia di infrastrutture, trasporti, turismo e protezione civile». Due consulenze sono state assegnate per la comunicazione di Sicilia e Servizi: l’addetto stampa, Riccardo Picone, percepisce 22 mila euro per un incarico che scade a fine novembre mentre 7 mila euro vanno a Luisa Giammona per la comunicazione logistica per workshop aziendali. Ci sono poi due consulenze per l’assistenza amministrativa: Antonino Li Volsi percepisce 24 mila euro all’anno dal 2007 e una cifra variabile a seconda delle pratiche che riguardano il personale va a Francesco Ioppolo.
L’incarico più pesante attribuito da Beni Culturali spa è andato invece all’avvocato Claudio Alongi e ad Antonio Rizzo (che ha redatto il bilancio 2009): entrambi hanno un contratto da 16 mila euro lordi. Mentre Salvatore Tomaselli per un incarico legato all’ufficio paghe e contributi percepisce 15 mila euro fino a fine anno. A libro paga ci sono poi 5 medici che nel 2010 stanno seguendo gli oltre mille dipendenti della società, come ha spiegato il presidente Gianluca Galati: si tratta di Alfio Monaco (3 mila euro), Giuseppe Muraca (1.800 euro), Aurelio Pravatà (6 mila euro), Antonino Santoro (3 mila euro) e Alfio Sorbello (1.700 euro). Galati precisa che da quando è iniziata la nuova gestione della società non sono state fatte nuove consulenze.
Ma il Pd attacca ugualmente con Davide Faraone che segnala come il caso degli incarichi per chiamata diretta non si limita ai soli 12 assessorati e alla presidenza della Regione per cui la spesa è stata nel solo 2010 di 2 milioni e 150 mila euro (oltre 4,3 dall’inizio della legislatura. «La galassia delle 30 società partecipate è uno stipendificio che costa 4 milioni e 200 mila euro l’anno - commenta Faraone -. Le norme che riformano il settore ci sono ma non vengono applicate». Va detto che le partecipate si muovono spesso come Spa pur avendo capitali pubblici e socio unico o maggioritario la Regione. Faraone estende l’analisi dei costi ai consigli di amministrazione: «Per 76 consiglieri si spendono circa 2 milioni l’anno e per i 90 revisori dei conti si aggiungono 2 milioni e 200 mila euro. In tutto sono 166 poltrone da oltre 4 milioni all’anno».

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