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Palermo, Caruso nuovo prefetto

L'ex questore di Roma prende il posto di Giancarlo Trevisone. Per Caruso si tratta di un ritorno nel capoluogo siciliano. Francesco Tagliente prende il suo posto nella Capitale

PALERMO. Il consiglio dei ministri ha nominato prefetto il questore di Roma, Giuseppe Caruso, assegnandogli la sede di Palermo. Al suo posto, nella Capitale, arriva Francesco Tagliente, attuale questore di Firenze.


In Polizia dalla fine del 1974,  Giuseppe Caruso ha ricoperto prestigiosi e delicati incarichi in numerose e importanti provincie del territorio nazionale. Commissario alla Questura di Bergamo fino al 1992, ha diretto la Squadra Mobile, la Digos e l’Ufficio di Gabinetto: sono i cc.dd. “anni di piombo”. Il dr. Caruso è uno dei principali protagonisti che portano alla sbarra in uno dei primi maxiprocessi nr. 133 appartenenti a movimenti eversivi tra cui il “gruppo di fuoco” dell’organizzazione terroristica “ Prima Linea”. E’, inoltre, il responsabile dei numerosi e impegnativi servizi di ordine pubblico connessi alle partite di calcio della squadra locale “ Atalanta” i cui tifosi, anche allora, erano già noti per la loro intemperanza nonché alle manifestazioni di “Autonomia Operaia”. Vice Questore  Aggiunto, viene trasferito i primi di giugno del 1992 alla Questura di Reggio Calabria. Vi permane, nella direzione del Commissariato P.S. di Palmi, fino al gennaio del 1994: un periodo esaltante di indagini di polizia giudiziaria nei confronti di appartenenti alla ‘ndrangheta che portano alla cattura di pericolosi latitanti e al sequestro di ingenti quantitativi di armi e droga.



Promosso Primo Dirigente, viene assegnato alla Questura di Milano ove assume gli incarichi di Dirigente del Terzo Distretto, poi della Digos e quindi di Vice Questore Vicario. Durante tale permanenza che si protrae per poco meno di sette anni, il dr Caruso ottiene lusinghieri successi nella lotta contro il terrorismo interno ed internazionale, sgominando bande di integralisti islamici, con particolare riguardo alla jihad algerina, con formale riconoscimento dell’”United States Secret Service”. E’ appena il caso di accennare, inoltre, al faticoso e delicato impegno sostenuto nella direzione dei servizi di ordine pubblico per le frequentissime e importantissime manifestazioni di rilevanza nazionale e per le partite di calcio nazionali e internazionali ( Milan e Inter). Promosso Questore, resta alla direzione della Questura di Crotone dai primi di luglio del 2000 a fine giugno del 2002. E’ un periodo caratterizzato dal continuo  sbarco nella provincia calabrese di migliaia di curdi clandestini: tale fenomeno diventa un problema politico nazionale. Il dr. Caruso organizza una Squadra che procede puntualmente all’arresto di tutti gli scafisti responsabili della tratta di esseri umani. Viene individuata, nel contempo, la banda, composta da cittadini di nazionalità turca, che gestiva l’intero traffico e ipotizzata, per la prima volta, nei confronti degli appartenenti, l’associazione per delinquere di stampo mafioso, procedendo, quindi, al loro arresto. Durante lo stesso periodo vengono tratti in arresto tutti i componenti di due contrapposte organizzazioni mafiose, in organico alla ‘ndrangheta tradizionale, che si erano resi responsabili di numerosi omicidi, episodi di lupara bianca ed estorsioni. Nel dicembre del 2002, in occasione della pubblicazione della tradizionale statistica effettuata da “Il Sole 24 Ore” sulla qualità della vita nelle città italiane, secondo vari parametri, è stato rivelato che Crotone, che fino all’anno precedente era risultata penultima alla voce “condizioni sull’ordine e la sicurezza pubblica” era balzata al 12° posto nella classifica nazionale. Da fine giugno 2002 a fine luglio 2003, il dr. Caruso viene assegnato alla direzione della Questura di Vicenza.  Un lasso di tempo relativamente breve ma sufficiente a porre fine al grave fenomeno  delle rapine in villa che aveva creato allarme sociale  in tutto il Nord Est per la spietatezza con cui i malviventi  trattavano le vittime  sequestrate nelle loro abitazioni. Nella circostanza, vennero individuati, identificati compiutamente ed arrestati numerosi componenti della banda di cittadini di nazionalità slava, responsabili di una serie impressionante di rapine in ville isolate in tutto il Nord Italia.


Dal luglio 2003 ai primi giorni di Gennaio del 2005, il Dottor Caruso è stato nominato Questore di Padova. Anche  tale periodo è stato fecondo di successi, con l’efficace contrasto a tutte le iniziative antisociali dei cc.dd. “No Global” del Nord Est sistematicamente deferiti all’A.G. ai sensi di Legge: è in tale contesto che venne emesso il f.v.o. nei confronti del loro capo indiscusso, il noto Luca Cesarini.  Contestualmente veniva sgominata un’organizzazione di sanguinari malavitosi,  ex appartenenti alla famigerata “banda Maniero”, specializzata in assalti a furgoni blindati  spesso culminati in maniera cruenta; Nella circostanza furono sequestrati ingenti quantitativi di micidiali armi pesanti. Dal 12 Gennaio del 2005, il Caruso è Questore di Palermo. Oltre ad una dura ed efficace azione di aggressione ai beni patrimoniali  illecitamente acquisiti da mafiosi ed al sequestro di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti per un valore di centinai di milioni di euro, egli è stato uno dei protagonisti  che ha portato all’arresto di centinaia di mafiosi. E’ stato inferto un colpo durissimo, mai registrato, all’intera componente militare di cosa nostra; è stata decapitata la così detta “Cupola Mafiosa”, sono stati arrestati tutti i capi mandamenti, i reggenti e i capi famiglia di cosa nostra palermitana. Grandissima importanza e valore mediatico mondiale si sono registrati con la cattura del noto latitante Bernardo Provenzano. Per tale ultima attività al dr. Caruso sono stati conferiti importanti riconoscimenti; qui di seguito indicano quelli maggiormente significativi:


- Associazione “Riferimenti” del Coordinamento Nazionale Antimafia “premio Gerbera Gialla Antonio Caponnetto”.
-   Centro Studi Giuridici e Sociali  Cesare Terranova.
- XII Memorial “ Rosario Livatino” Premio Internazionale all’impegno sociale 2006 – Premio Speciale “ Rosalia Corbo” in Livatino.
- “Benemerenza Civica” della Presidenza della Provincia Regionale di Palermo.
- L’11 Aprile 2007 gli è stata conferita la Cittadinanza Onoraria di Corleone.


Dopo l’arresto di Provenzano, l’irripetibile stagione antimafia di Palermo è proseguita nel giugno del 2006 con una delle più imponenti operazioni antimafia che la Sicilia ricordi, l’operazione “Gotha”. Con “Gotha” la Polizia di Stato, grazie anche alle prime decriptazioni dei “pizzini” trovati nel covo del boss Provenzano, riesce a ricostruire l’organigramma, gli assetti e le nuove dinamiche dell’organizzazione criminale Cosa Nostra. L’azione repressiva continua nel gennaio 2007 con le operazione “Noce” ed “Occidente”: a distanza di qualche giorno, a finire in manette furono più di settanta malviventi affiliati al mandamento di S. Lorenzo che, in nome e per conto del pericoloso boss, non avevano esitato ad esigere il pizzo dagli esercenti del luogo, anche con la forza intimidatrice di attentati incendiari. Si prosegue nell’ agosto del 2007 con l’ operazione “Torretta” che svelò gli assetti dell’ importante mandamento mafioso di “Boccadifalco – Passo di Rigano”  e fece emergere inquietanti scenari di contiguità tra Cosa Nostra ed alcuni colletti bianchi della Pubblica Amministrazione, stanziati proprio nel Comune di Torretta. L’ ultimo traguardo significativo dei poliziotti della Questura di Palermo restava ormai la cattura di Salvatore e Sandro Lo Piccolo. La morsa intorno ai due pericolosi latitanti si sarebbe stretta forse in modo decisivo il 2 agosto del  2007, quando in una villa nei pressi di viale Michelangelo fu scovato ed assicurato alla giustizia Francesco Franzese, latitante condannato all’ ergastolo, fedelissimo di Lo Piccolo e suo autentico “factotum” nella gestione dei rapporti con i capi mandamento e capi famiglia operanti sul territorio.


Il 5 novembre infine la cattura di Salvatore e Sandro Lo Piccolo in una casa di campagna tra Giardinello e Partinico. I poliziotti della “Catturandi” decisero di fare ingresso in quel cascinale già da tempo sotto osservazione, proprio quando era in corso una importante riunione di mafia tra i due Lo Piccolo ed altri due importanti latitanti, Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo. In un colpo solo la Polizia di Palermo assicurò alla giustizia 4 pericolosi latitanti. Si prosegue con l’ operazione “Addio pizzo” finiscono in manette gli uomini capaci di realizzare sul territorio, di fatto gestito dal superboss, una rete impressionante di estorsione, minacce e danneggiamenti. La eco delle indagini dei poliziotti palermitani, nel febbraio del 2008, come già accaduto per le catture di Provenzano e Lo Piccolo, torna ad avere una connotazione transnazionale.


Con l’ operazione “ Old Bridge” la polizia di Palermo e l’ F.B.I. di New York, a distanza di più di venti anni dai fasti di “Pizza Connection”, tornano a puntare il loro mirino sugli affari tra la mafia palermitana e quella newyorchese. Una ottantina di numero di arrestati tra Palermo e New York e tra questi decine di “scappati” palermitani negli anni 80, perché perdenti nella sanguinosa guerra di mafia con i “corleonesi”. Il 25 agosto 2008 infine il Dr. Caruso è stato nominato Questore della Provincia di Roma. E adesso 

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