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Manovra, i Comuni non ci stanno

Presentato dall'Anci un documento che definisce gli interventi "insostenibili per i bilanci comunitari". Intanto le Regioni accantonano la questione deleghe

ROMA. Le Regioni hanno ritrovato l'unità perduta ma per farlo hanno dovuto sacrificare il tema della restituzione delle deleghe, tanto indigesto ai leghisti. A criticare la manovra tornano però anche i Comuni, che nei giorni passati erano apparsi più concilianti: l'Anci in un documento definisce gli interventi insostenibili per i bilanci comunitari, confermando che sul fronte delle autonomie locali il confronto è ancora tutto in atto. Oggi i governatori, nuovamente riuniti a Roma dopo la fumata grigia di ieri pomeriggio, preso atto che i leghisti Roberto Cota (Piemonte) e Luca Zaia (Veneto) non volevano saperne di rinunciare alle deleghe e che i presidenti del Sud, in difficoltà per i conti della sanità in rosso, mostravano qualche perplessità, hanno approvato all'unanimità un documento che accantona la questione delle deleghe "al fine di confermare l'unità piena della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome". In compenso, il documento conferma "tutte le posizioni contenute nei documenti assunti in queste settimane sulla manovra finanziaria, che considera insostenibile per le ricadute sui bilanci regionali" e chiede al Governo di aprire "immediatamente un tavolo per accelerare la piena applicazione del federalismo fiscale" e di dare "immediato avvio" ai lavori della Commissione per la verifica dei costi di tutte le pubbliche amministrazioni. "Non alziamo bandiera bianca e continueremo a lavorare per cercare di cambiare la manovra", avverte il presidente della Conferenza, Vasco Errani. La speranza è di riuscire a riaprire la partita in autunno ma non è affatto detto che il quadro possa migliorare. "Le Regioni continuano a marciare unite e a ritenere insostenibile questa manovra", dice il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, secondo il quale in questa partita non ha vinto nessuno. I governatori leghisti hanno reazioni pacate: "Non ha vinto nessuno. La cosa più importante di questo documento è la richiesta di attivare subito il tavolo sul federalismo", osserva  Zaia. "Il documento è positivo: non si parla più di restituzione delle deleghe e si imposta il confronto con il governo in modo costruttivo, non con un muro contro muro: questa é la via da seguire", aggiunge Cota. "Mi fa piacere che la Conferenza delle Regioni alla fine arrivi dove ero partito io - é il commento del presidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo - è evidente che la manovra ci penalizza ma  uno scontro con il Governo rischiava di farci vederci perdenti". 'Ho sempre pensato che fosse impensabile riconsegnare le deleghe, mi pare che alla fine la conclusione sia stata questa'', commenta il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. Ma le dichiarazioni di due ministri, Calderoli e Fitto, fanno saltare sulla sedia Errani. Il primo infatti ha sostenuto che "é positivo il cambiamento di rotta della Conferenza delle Regioni che percepisce i suggerimenti che io stesso avevo formulato", il secondo perché si è detto compiaciuto per "la ritrovata unità di intenti delle Regioni". Al ministro per la Semplificazione Errani risponde che non c'é "nessun cambiamento di rotta, anzi, la rotta è confermata ed è scritta nero su bianco nel documento approvato dalla Conferenza delle Regioni", mentre a quello per gli Affari Regionali, dice che "le Regioni sono sempre state unite nel giudizio sulla insostenibilità della manovra, giudizio confermato nel documento approvato oggi". A dargli man forte è Formigoni: "il cambio di rotta lo vede solo lui", dice riferendosi a Calderoli. "Quando il problema è comune a tutti le posizioni non possono essere diversificate", commenta il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo. Per il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, è "positivo che le Regioni abbiano mantenuto una posizione unanime, sottolineando e ribadendo l'insostenibilità della manovra"."Per noi rimane l'esigenza di istituire un tavolo per ragionare su dati certi in modo da poter definire gli interventi necessari", ragiona il presidente della Valle d'Aosta, Augusto Rollandin.    Buone notizie arrivano alle Regioni sul fronte del federalismo: oggi il leader della Lega Umberto Bossi ha assicurato che sarà al vaglio del Consiglio dei ministri prima dell'estate. Anche per il ministro dell' Economia, Giulio Tremonti, "oggi le Regioni hanno chiesto il federalismo". Novità anche da parte dei Comuni che hanno annunciato, con un ordine del giorno approvato dall'assemblea dei sindaci, che esprimeranno in Conferenza Unificata parere negativo sulla manovra. E per il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, "con le Regioni abbiamo governato insieme una fase, ci sono state differenze in particolare sul federalismo, ma le discussioni parallele di oggi e le decisioni assunte creano tutte le condizioni per ricostruire un lavoro unitario". Tuttavia il presidente dell'Anci ha voluto precisare che i Comuni ad oggi hanno messo nero su bianco "il fatto che il federalismo municipale (quello relativo all'autonomia tributaria dei Comuni e alla tassa unica sugli immobili) entrasse in vigore entro il 31 dicembre, mentre altri provvedimenti che riguardano le Regioni non potranno che venire più tardi. "Per noi resta un punto fermo che il decreto sul federalismo fiscale - ha detto Chiamparino - venga portato in Consiglio dei Ministri il 31 luglio".

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