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Mezzo secolo di carcere per 7 “colonnelli” di Provenzano

Le condanne per alcuni presunti affiliati alla famiglia mafiosa di Bagheria, ritenuti fiancheggiatori del boss

PALERMO. Oltre cinquant'anni di carcere sono stati inflitti dal gup di Palermo Lorenzo Iannelli a sette presunti affiliati alla famiglia mafiosa di Bagheria, ritenuti fiancheggiatori del boss Bernardo Provenzano.
Accogliendo le richieste del pm Marzia Sabella, il giudice ha condannato a 12 anni e 11 mesi Onofrio Morreale (in continuazione a una condanna precedente) a 12 anni Massimiliano Ficano, a 9 anni e 6 mesi (in continuazione) Simone Castello, ritenuto dagli inquirenti il "postino" di Provenzano, a 5 anni e 8 mesi Giuseppe Comparetto. Dovrà scontare 5 anni e 2 mesi (in continuazione) Stefano Lo Verso, mentre Cristoforo Morici è stato condannato a 5 anni e 4 mesi. La pena più bassa è stata comminata a Leonardo Ficano, a cui sono stati inflitti 2 anni e 10 mesi.    
Gli imputati sono stati arrestati nell'ambito dell'indagine denominata "Crash" e rispondevano, a vario titolo, di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni. L'operazione prende il nome da un'officina per la demolizione delle auto da dove partirono le indagini condotte tra il 2005 e il 2006.
Il giudice ha anche disposto la confisca della Sicil Fruit di  Castello, una società di import-export di frutta ed ortaggi del valore di circa 2 milioni e mezzo di euro.
Come risarcimento, andranno 56 mila euro ciascuno ai Comuni di Bagheria e Ficarazzi che si sono costituiti parte civile come il centro studi Pio La Torre a cui andranno 7.600 euro. Tutti erano rappresentati dall'avvocato Ettore Barcellona. Il gup ha disposto inoltre un risarcimento di 15 mila euro per l'associazione antiracket di Bagheria.

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