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‘Ndrangheta, confisca di beni per 15 milioni

REGGIO CALABRIA. Beni per 15 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di  Reggio Calabria a Domenico Rugolo, 75 anni, considerato dagli investigatori il boss dell'omonima cosca di Castellace di Oppido  Mamertina.  Il provvedimento, emesso dal Tribunale-Sezione misure di  prevenzione, ha riguardato un'azienda edile, nove ettari di terreno in parte edificabile ed in parte uliveto/agrumeto, una  villa, due fabbricati rurali e diverse disponibilità finanziarie. Rugolo, che attualmente si trova agli arresti domiciliari, è stato condannato nel 2008 per associazione mafiosa ed è stato arrestato la settimana scorsa nell'ambito dell'operazione Meta coordinata dalla Dda di Reggio e condotta contro le principali  cosche di Reggio Calabria e dei paesi limitrofi che ha portato all'arresto di 41 persone. Le indagini della Dia di Reggio Calabria hanno consentito di accertare alcune delle attività della cosca Mammoliti-Rugolo  per ottenere il controllo delle attività economiche attraverso estorsioni, infiltrazioni in appalti pubblici ed il successivo  reimpiego dei proventi illeciti in varie iniziative imprenditoriali. Tra queste, secondo l'accusa, spiccano quelle collegate alla realizzazione del centro commerciale Porto degli Ulivi di Rizziconi.  Molti dei beni accumulati da Rugolo sono stati poi intestati fittiziamente ai generi, tra i quali Domenico Romeo e Nino  Princi, l'imprenditore morto nel maggio 2008 dopo una settimana di agonia per l'esplosione di una bomba sotto la sua auto. I beni confiscati oggi erano stati sequestrati nel 2009.  Contestualmente alla confisca, il Tribunale ha sottoposto Rugolo alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di cinque anni con obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Il patrimonio di Rugolo viene adesso acquisito allo Stato ed  affidato all'Agenzia nazionale per i beni confiscati diretta dal  prefetto Mario Morcone.

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