TEHERAN. Due uomini sono stati impiccati stamane nella prigione di Zahedan, nel sud-est dell'Iran, perché riconosciuti colpevoli di una lunga serie di reati, tra i quali traffico di stupefacenti, sequestro di persona e rapina a mano armata.
I due, riferisce l'agenzia Fars, si chiamavano Amanollah Purian e Yunes Rahmani. Un giudice li aveva condannati alla pena capitale in quanto 'nemici di Dio' e 'corrotti sulla Terra', in base alla legge islamica.
Zahedan è il capoluogo della provincia iraniana del Sistan-Baluchistan, confinante con Pakistan e Afghanistan, attraverso la quale passa gran parte dell'oppio proveniente dall'Afghanistan e dove è attivo il gruppo armato sunnita Jundullah (Soldati di Dio), che si batte contro il potere centrale di Teheran, sciita. Il 20 giugno scorso il capo riconosciuto di Jundullah, Abdolmalek Righi, è stato impiccato nel carcere di Evin, nella capitale, anch'egli come 'nemico di Dio' e 'corrotto sulla Terra'.
Le impiccagioni di oggi portano ad almeno 82 il numero delle sentenze capitali eseguite in Iran dall'inizio dell'anno, secondo notizie di stampa.
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