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Pdl: Micciché ha sfiduciato anche Berlusconi

I coordinatori regionali: gravissimo il voto di Palermo con Idv e sinistra. Vizzini e Cascio: più dignitoso dimettersi

PALERMO. Il Pdl ufficiale si schiera contro Gianfranco Micciché e la sua scelta di votare a favore della sfiducia al sindaco di Palermo, Diego Cammarata.
"La misura è colma. Il voto del 'gruppo Micciché' al Comune di Palermo, a favore della mozione di sfiducia al sindaco Diego Cammarata, presentata dall'Idv e dal centrosinistra, non lascia più margine di manovra", affermano i coordinatori regionali del Pdl, Giuseppe Castiglione e Domenico Nania in una nota congiunta.
"Con grande rammarico - aggiungono Castiglione e Nania - prendiamo atto dello scontro che il sottosegretario Gianfranco Micciché sta continuando a portare avanti nei confronti del presidente Silvio Berlusconi, che proprio qualche giorno fa ha confermato al sindaco Cammarata la sua stima e il supporto da parte del suo governo. Il fatto che il Pdl Sicilia disconosca la fiducia pubblica che il leader del Pdl ha ribadito al sindaco - concludono Castiglione e Nania - è un atto politico gravissimo del quale l'onorevole Micciché si assuma la responsabilità".
Sulla stessa lunghezza d’onda Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato e membro della direzione nazionale del Pdl e il presidente dell’Ars, Francesco Cascio: "Ancora una volta gli uomini di Micciché votano contro il partito nel patetico tentativo di differenziarsi da un'amministrazione dopo nove anni di comune governo".
"Un gesto incomprensibile, anche, alla luce della fiducia accordata ancora pochi giorni fa a Cammarata dal presidente Berlusconi. Nel Pdl può succedere di tutto: che si inneggi al Partito del sud, che si governi con spezzoni del Pd, che si facciano accordi anomali nei Comuni e che si prenda a calci il bipolarismo. Il protagonista è sempre lui, proprio quell'uomo che, qualunque cosa accada o cambi, è e resta comodamente sottosegretario del Governo Berlusconi: un vero inno al coraggio politico ed alla coerenza". "Forse, a questo punto - concludono Vizzini e Cascio -  un sussulto minimo di dignità dovrebbe spingerlo a fare quello che non gli è riuscito con Cammarata: si dimetta dal Governo".

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