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Uruguay ai quarti dopo 40 anni

Una doppietta di Suarez spinge avanti la squadra del rosanero Cavani. I coreani escono a testa alta

PORT ELIZABETH. E' l'Uruguay del Maestro Tabarez la prima delle magnifiche otto del Mondiale. Quaranta anni dopo Messico '70 e i tempi di Pedro Rocha e del portiere Mazurkiewicz, approda ai quarti di finale battendo la Corea del Sud al termine di una partita molto intensa, giocata per gran parte sotto la pioggia nel nuovo stadio di Port Elizabeth che rischia di rimanere inutilizzato dopo il torneo iridato (la locale squadra di calcio e' fallita).   
I coreani escono a testa alta, sconfitti dalle prodezze di Luis Suarez, attaccante dell'Ajax che quest'anno ha vinto la Scarpa d'Oro e vuole replicare in Sudafrica quanto di buono ha fatto nel campionato olandese. La sua quotazione era già alta prima del Mondiale, adesso è probabile che la squadra di Amsterdam, se davvero lo cederà, lo faccia a peso d'oro.   
E' lui la stella di una Celeste non solo grinta, ma anche giocate di classe che continuando così può arrivare lontano. Per questo approdo nei quarti deve ringraziare anche il suo capitano Lugano che a tre minuti dalla fine è riuscito a spazzare via un pallone che stava entrando in porta ma che, per sua fortuna, è stato rallentato dal terreno 'impantanato' dandogli quindi il tempo d'intervenire. A calciare, praticamente a botta sicura, era stato il n.10 Park Chu che aveva fatto passare il pallone sotto il corpo di Muslera.   
I primi due gol della partita erano nati da altrettante incertezze dei portieri. Grave l'errore di quello sudcoreano Sung Ryong, che aveva sbagliato completamente l'uscita sul cross dalla sinistra di Forlan, anche oggi uno dei migliori dei suoi, permettendo all'incustodito Suarez di mettere in rete. Erano passati appena otto minuti dall'inizio, e la partita sembrava mettersi subito bene per gli uruguayani. Invece i sudcoreani spinti dai 'Fab Four (in patria li chiamano cosi') Park Ji, Park Chu, Sung Yung e Chung Yong cominciavano a macinare gioco mettendo sotto pressione gli avversari. Il problema è che però continuavano a manifestare incapacità quasi cronica nel concretizzare. Così sprecavano molti palloni lanciandoli lunghi in avanti e permettendo ai rudi difensori uruguayani d'impadronirsene facilmente.   
Al 31' pt facevano comunque venire i brividi ai sostenitori della Celeste con un tiro di Park Chu che impegnava Muslera. Nel finale di primo tempo era di nuovo l'Uruguay a farsi pericoloso e c'era un errore dell'arbitro Stark che non vedeva il tocco di mano in area di Sung Yung su tiro di M. Pereira.   
Godin usciva per problemi di stomaco, i sudcoreani ricominciavano a mettere sotto pressione gli avversari, e Suarez e Forlan erano incapaci di organizzare contrattacchi pericolosi. Il pari era nell'aria ed arrivava al 23' grazie ad un'incertezza di Lugano e soprattutto Muslera su punizione calciata a spiovere da Park Chu, e Chung Yong riusciva a pareggiare con un colpo di testa. Poteva essere il colpo del Ko per l'Uruguay, che però tirava fuori la leggendaria grinta 'charrua' e al 35' tornava in vantaggio con lo splendido gol di Suarez, che agganciava il pallone respinto di testa dalla difesa asiatica, si portava la  sfera sul destro e lasciava partire un tiro imparabile che spingeva l'Uruguay nei quarti di finale, un traguardo alla fine meritato, che conferma l'ottimo momento della nazionali sudamericane.

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