Il prefetto aveva assicurato che per almeno sette mesi saremmo stati tranquilli. L’Amia, di rimando, aveva ribattuto che non si sarebbe potuto andare oltre i due mesi. Nella peggiore delle ipotesi, insomma, si sarebbe arrivati fino a poco dopo Ferragosto. E già gridavamo all’allarme... Ebbene, lo scenario si sta rivelando ancora peggiore. Perché non solo non c’è intesa sui tempi di saturazione della quinta vasca di raccolta dei rifiuti a Bellolampo, ma addirittura si litiga sull’entrata in funzione della stessa. Risultato: fra dieci giorni l’attuale quarta vasca chiude e con essa, se non succede niente nel frattempo, chiudono anche i cancelli dell’intera discarica. Così il paradossale gioco dell’oca si sta trasformando in una tragica roulette russa.
La prefettura ha respinto il piano dell’Amia e ne ha mandato all’ex municipalizzata un altro. Che però, dicono i commissari di un’azienda ancora fra la vita e la morte, non ha alcun valore perché privo di timbri e firme. Insomma, carta straccia, dicono. Nel frattempo, il prefetto Giancarlo Trevisone, in pensione a fine mese, ha già tolto le tende ed è andato in ferie. Di fatto ha già detto addio a Palermo. In un balletto di competenze e responsabilità che non accenna a risolversi - nonostante gli appelli del sindaco, della Regione, dello stesso ministro Stefania Prestigiacomo - Palermo e una quarantina di centri della provincia rischiano di ritrovarsi a non poter più smaltire i propri rifiuti. Presto, prestissimo. Qualcuno è in grado di rendersi conto della gravità della situazione, o no?
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