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Quel che provo tornando in Sicilia

Da anni vivo in Lombardia ma ritorno spesso nella mia amata Sicilia, non solo in estate. Nei giorni scorsi siamo sbarcati a Palermo con un traghetto e subito ci siamo ricordati, perchè spesso la nostalgia cancella le cose brutte, di come sia differente questa terra dal resto dell'Europa e come cose che sono ovvie ovunque siano in Sicilia assolutamente impossibili da realizzare. Prima di tutto all'uscita del porto, non un semaforo o una rotonda a regolare immissione delle auto nel traffico cittadino, è possibile che a nessuno sia mai venuto in mente di mettere qualcosa che regoli il traffico? Io per potere passare ho approfittato di un automobilista temerario che uscendo dal porto si è buttato sull'incrocio e mi ha coperto dalle auto che arrivavano. Poi lungo le strade il traffico caotico e non incanalato, a questo punto mi sono chiesto il motivo per il quale la gente guida così disordinatamente. La mia risposta è che non vi è nessun tipo si segnaletica orizzontale. Non una riga che indichi quante corsie ci siano al Foro Italico o su via regione siciliana o una linea di mezzeria che segni il centro di via Messina Marine, non una riga che indichi uno stop o un dare precedenza o indichi dove è autorizzato il parcheggio. È possibile che strade anche asfaltate da poco non vengono poi completate con la segnaletica orizzontale, mi chiedo come mai questi lavori vengano collaudati anche se le strade non sono completate. Per potere vedere come si gestiscono le strade invito i tecnici del comune a collegarsi su google map cercando una città simile a Palermo o a visitare qualsiasi città europea, magari senza fare spendere niente al Comune si facciano una gita d'istruzione all'estero. Per poi non parlare dello sporco e delle erbacce sulle strade. Esprimo questa mia amarezza, che non è l'unica, perchè credo che si tratti di piccole cose che però riguardano la faccia che noi mostriamo a chi viene a trovarci e che offusca il lavoro di tutti i siciliani che con grande difficoltà fanno semplicemente bene il proprio compito nel rispetto del prossimo e del futuro di questa terra.
Angelo Cancelosi

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