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Mondiali, l'Italia delude: pareggio contro la Nuova Zelanda

I campioni del mondo non vanno oltre l'1 a 1 contro gli All Whites. Dopo essere andati in svantaggio, ci salva un rigore di Iaquinta


PALERMO. All’80’ la regia televisiva inquadra i tifosi neozelandesi che fanno festa sugli spalti a torso nudo. Un’immagine che la dice lunga sul risultato tra Nuova Zelanda e Italia. Un pareggio contro i campioni del mondo che per i kiwi vale una vittoria. Per l’Italia di Lippi, invece, un altro 1-1 dopo il pari con il Paraguay, ma decisamente un passo indietro rispetto all’esordio sotto tutti i punti di vista, tecnico e atletico in primis. Il cammino degli azzurri, adesso, si complica terribilmente. Se non altro, il destino della Nazionale è ancora nelle proprie mani. Basterà, infatti, battere la Slovacchia per accedere agli ottavi di finale. Più facile a dirsi che a farsi, però, soprattutto se si pensa che l’Italia va alla ricerca della vittoria perduta. Gli azzurri, infatti, non hanno ancora vinto una partita in questo 2010. Lippi cambia modulo ma non gli uomini. Dal 4-2-3-1 dell’esordio, il ct passa al più pragmatico 4-4-2, con Marchisio, Montolivo, De Rossi e Pepe sulla linea di centrocampo dietro le punte Gilardino e Iaquinta. Schema che all’occorrenza diventa un 4-3-3, col neo acquisto juventino a fare la punta esterna. Tutti i buoni propositi, però, vanno a subito a farsi benedire. La partita, infatti, comincia subito in salita con la Nuova Zelanda che passa subito al 6’ minuto. Non si era detto altro in settimana. Stare attenti ai calci piazzati dei kiwi. Detto…non fatto. Il vantaggio arriva proprio su una punizione. Il pallone fa decisamente troppa strada prima di arrivare a Smeltz, che trafigge Marchetti rimasto piantato sulla linea di porta. L’Italia, che oggi ha giocato col lutto al braccio per la scomparsa di Roberto Rosato, stopper protagonista del mondiale del 1970, fa gran fatica a rimettersi in carreggiata e a costruire. Gli azzurri prendono in mano il pallino del gioco, ma la reazione è confusa. Se dalle fasce Marchisio e Pepe non riescono a prendere il sopravvento, ecco che allora del centro prova a scuotere i compagni Montolivo con un pregevole tiro da fuori che si infrange sul palo al 26’. Sembra quasi un segno, perchè un minuto dopo arriva il rigore a favore. Fallo netto di Smith che trattiene De Rossi. Iaquinta sul dischetto, al 29’, spiazza il portiere e scaccia via dubbi e paure. Gli azzurri cercano di andare per inerzia dopo il gol per raggiungere il vantaggio prima di fine tempo, ma non riescono a essere incisivi e la prima frazione si chiude in parità. Lippi, nella ripresa non perde tempo e inserisce subito Di Natale e Camoranesi. Fuori Gilardino e Pepe. Al 60’, invece, Lippi esaurisce i cambi e fa esordire Pazzini. Il peso in attacco, a questo punto, aumenta, perché a fare spazio alla punta della Sampdoria è Marchisio. Gli azzurri, però, nel secondo tempo vanno sempre a sbattere contro il muro eretto dai neozelandesi, che non patiscono più di tanto l’offensiva degli uomini di Lippi. I maggiori pericoli vengono creati dagli azzuri con i tiri da fuori, in particolare con Montolivo, che sembra l’unico dei suoi a capire quanto ci sia bisogno del coraggio di tirare fuori area. Finisce 1-1, e alla fine quasi non ci scappava la beffa con Wood che fa correre un brivido alla schiena di Marchetti. L’Italia, dunque, sale a braccetto proprio con i neozelandesi a quota 2 punti in classifica e inseguono il Paraguay a 4, vincente nel pomeriggio 2-0 sulla Slovacchia. Potremmo dire che l’Italia ha vinto queste prime due partite ai punti. Contro la squadra di Hamsik, quasi fuori, però, ora serve vincere segnando dei gol in più dell’avversario, perché ai punti si vince nella boxe. A calcio con i gol.

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