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Tesoriere di Cosa Nostra già condannato: ma il Sudafrica nega l'estradizione

Il governo di Pretoria dice no all'esecuzione della sentenza della Corte di Cassazione italiana che ha inflitto 9 anni a Vito Roberto Palazzolo

PALERMO. E' stata bloccata dall'alta Corte del Sudafrica l'estradizione di Vito Roberto Palazzolo, il finanziere siciliano già indicato negli anni Ottanta dal giudice Giovanni Falcone come il riciclatore dei tesori di Cosa nostra.     
Palazzolo è stato condannato a nove anni, per associazione mafiosa. Verdetto confermato nel marzo 2009 dalla Corte di Cassazione. Di recente, il governo di Pretoria aveva deciso di "dare esecuzione" alla sentenza italiana, ma il finanziere ha fatto ricorso. E adesso, l'alta Corte sudafricana ha accolto le richieste della difesa.  "I giudici hanno ribadito che in Sudafrica non è riconosciuto il reato associativo, così come concepito in Italia", dice al sito di Repubblica l'avvocato Baldassare Lauria, che assiste Vito Roberto Palazzolo assieme a Giannino Guisa.   
"E poi  -  aggiunge il legale di Palazzolo - il nostro cliente era stato già assolto dal reato di associazione mafiosa nel 1992 dal tribunale di Roma". Davanti all'alta Corte, il rappresentante del ministero della Giustizia aveva spiegato soprattutto che la sentenza del tribunale di Palermo contiene accuse che vanno anche oltre il 1992: Palazzolo avrebbe ospitato in Sudafrica due latitanti siciliani, Giovanni Bonomo e Vito Gelardi, e soprattutto avrebbe continuato a gestire il tesoro di Riina e Provenzano.      
"Vito Roberto Palazzolo è uno dei più grandi riciclatori di Cosa nostra  -  dice il sostituto procuratore di Palermo Gaetano Paci, che con Gaetano Gozzo ha indagato sul finanziere  - La decisione dell'alta Corte sudafricana rafforza ulteriormente il carisma e l'aura di imprendibilità di Palazzolo, che è ricercato non solo dall'Italia, ma anche dalle autorità americane".

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