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Precari degli enti locali, caccia a una soluzione

L’incontro di ieri con Tremonti non ha dato una soluzione definitiva. Intanto la Regione cerca un’alternativa

PALERMO. Almeno un’altra settimana, più probabilmente tre. Tanto sarà necessario per individuare una via d’uscita all’emergenza precari degli enti locali siciliani. Gli incontri che ieri l’assessore all’Economia, Michele Cimino, ha avuto con il ministro Giulio Tremonti e i tecnici del ministero non hanno portato a soluzioni definitive. Se ne riparlerà, sempre a Roma, fra sette giorni.
Con Tremonti ieri in mattinata ha parlato anche Raffaele Lombardo. Sul tappeto la Regione ha messo ancora una volta la richiesta di varare una deroga al patto di stabilità che permetta ai Comuni di prorogare i contratti ai 23.758 precari (secondo l’ultima rilevazione ufficiale che supera la stima iniziale di 22.500) e poi di stabilizzarli. Sia Lombardo che Cimino hanno riferito di aver raccolto «la disponibilità del ministro ad affrontare il problema». Della deroga si può almeno parlare. Anche se Cimino ha aggiunto «che i vincoli e gli impegni presi dal governo nazionale con l’Europa la rendono difficile».
A Roma ieri c’era anche l’assessore al Lavoro, Lino Leanza, che ha tracciato una road map per uscire dall’emergenza: «Venerdì i parlamentari siciliani di ogni partito presenteranno uno o più emendamenti alla manovra che prevedono la deroga al patto di stabilità. Registro grande unità delle forze politiche e sono ottimista anche se il primo voto in Senato a queste norme credo arriverà non prima del 3 luglio». Nell’attesa, niente rinnovi dei contratti.
Ma intanto il governo regionale comincia a parlare di soluzioni alternative alla deroga: «Le stiamo già studiando - ammette Cimino - se la deroga non passa al Senato dovremo inventarci qualcosa. Di certo non abbandoneremo questi precari».
Ieri Lombardo ha rivolto dal suo blog un appello a tutti i partiti per sostenere la deroga in Parlamento: «Mi auguro che il rancore, l'odio e la contrapposizione a tutti i costi non prevalgano. Mi sono rivolto a tutti. Capisco che sono l'uomo delle polemiche e delle mille opposizioni, ma qua si tratta della vita di ventiduemila persone e delle loro famiglie». Lombardo vede anche un’altra difficoltà da superare e per questo chiama a raccolta i siciliani: «dall'altra parte avremo il Nord, la grande stampa, il governo e tantissimi parlamentari che la pensano diversamente e che senza dubbio faranno l'impossibile per ostacolarci». «Non mancheranno i nostri voti» ha risposto Tonino Russo del Pd.
Le difficoltà sono anche a Palermo dove la legge che prevede la stabilizzazione, oggetto di molti dubbi dei tecnici, ieri non è stata neppure esaminata in commissione Bilancio: il presidente Riccardo Savona ha ammesso che servono delle modifiche e che se ne riparlerà la prossima settimana. Nella formulazione attuale appena un centinaio di Comuni su 390 potrebbero assumere in base a questa legge, gli altri resterebbero ugualmente incastrati nelle maglie del patto di stabilità.
Intanto sale ancora la tensione. Il sindacato autonomo Mgl ha fissato per sabato una riunione in cui - come ha anticipato Massimo Bontempo - saranno decise forme dure di protesta. Mentre alcuni sindaci riuniti ieri a Sciacca da Marco Zambuto sono pronti ad andare a Roma per protestare. E ora anche il Pd siciliano è pronto a cavalcare la protesta perchè sia Giuseppe Lupo che Giovanni Panepinto hanno spinto i sindaci a scendere in strada a Roma.

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