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Servizi sanitari carenti in Sicilia: petizione dei sindacati

Spi, Fnp e Uilp Sicilia, le tre sigle di categoria dei pensionati che fanno capo rispettivamente a Cgil, Cisl e Uil, hanno organizzato una raccolta firme per il mancato utilizzo nell'Isola della legge nazionale 328

PALERMO. Tutte le regioni italiane hanno recepito la legge nazionale 328 del 2000 sulle politiche sociali e l’integrazione socio sanitaria. La Sicilia no. È per questo motivo che Spi, Fnp e Uilp Sicilia, le tre sigle di categoria dei pensionati che fanno capo rispettivamente a Cgil, Cisl e Uil, si sono mobilitate e hanno organizzato una raccolta firme in tutta la Sicilia, per chiedere al Governo siciliano una legge regionale organica delle politiche sociali e sulla non autosufficienza a tutela dei diritti di tutti i cittadini. «Serviranno centomila firme, per presentarci all’Assemblea Regionale, e per mettere finalmente sul tavolo questa legge», ha affermato Carmelo Raffa, segretario generale della Fnp Cisl Sicilia, durante la riunione che ha visto presenti le tre firme sindacali. Una legge che tutelerebbe le circa centosettantamila persone non autosufficienti presenti in Sicilia. Dotare la Sicilia di una legge organica che recepisca la legge 328, che prevede un sistema integrato di servizi socio-sanitari «significherebbe, inoltre, garantire i diritti di assistenza ai cittadini e permetterebbe di razionalizzare l’utilizzo delle risorse in ambito di politiche sociali», secondo il segretario generale dello Spi Cgil Sicilia, Saverio Piccione. La raccolta firme rappresenterà anche l’occasione per andare in mezzo alla gente, per metterli a conoscenza dei loro diritti, secondo il parere di Antonino Toscano, segretario Uil Pensionati, che ha poi messo in evidenza un dato. «Regioni come Toscana, Emilia Romagna e Lombardia mettono a disposizione dai quattrocento ai seicento milioni di euro per i non autosufficienti. In Sicilia vengono spesi solo venti milioni».

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