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Mafia, parla un nuovo pentito: 9 fermi a Palermo

Salvatore Giordano, 50 anni, svela un'inedita alleanza tra le cosche di San Lorenzo, Tommaso Natale e Acquasanta. Il collaboratore di giustizia è dello Zen

PALERMO. Agenti della Dia, della squadra mobile e dei carabinieri del Ros di Palermo hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dalla Dda del capoluogo siciliano, a carico di nove persone accusate di associazione mafiosa e fittizia intestazione di beni. La misura è l'esito di un'indagine sui clan palermitani di San Lorenzo, Tommaso Natale e Acquasanta. Dall'inchiesta, che ha ricevuto il contributo di un nuovo pentito, Salvatore Giordano, 50 anni, è emersa un'inedita alleanza tra le tre cosche, finalizzata alla gestione degli affari illeciti. Intercettazioni ambientali e telefoniche e servizi di osservazione hanno consentito agli inquirenti di "fotografare" i meccanismi criminali dei tre mandamenti mafiosi principali della città - Resuttana, San Lorenzo e Tommaso Natale - e di svelare la nuova strategia associativa delle cosche. Sono stati individuati, inoltre, i nuovi capi della famiglia di San Lorenzo e dell'Arenella-Acquasanta, e i loro uomini di fiducia. L'indagine ha evidenziato, ancora una volta, la capillare gestione dell'attività estorsiva sul territorio, e ha svelato gli interessi della mafia, che si serviva di prestanome, su diversi centri scommesse, due dei quali sequestrati. Il nuovo collaboratore di giustizia, del quartiere Zen, ha ricostruito, nei dettagli, le dinamiche associative degli ultimi anni e, in particolare, la pace suggellata tra due gruppi storicamente nemici: quello che faceva capo al boss Gianni Nicchi, arrestato nei mesi scorsi, e quello dei Lo Piccolo, boss di San Lorenzo. Le nuove alleanze (questo è anche il nome dato all'operazione) avevano l'obiettivo di rafforzare l'organizzazione a Palermo. Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai pm Marcello Viola, Lia Sava, Gaetano Paci, Annamaria Picozzi e Francesco Del Bene.

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