Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

La mafia sugli scaffali delle librerie

Sicuramente non esisteva un libro aggiornato di divulgazione storica sulla mafia. Ci ha pensato a scriverlo un giornalista inglese, Mike Dash, C'era una volta la mafia (Newton Compton editori). L'autore, che è anche un ricercatore di Storia all'Università di Cambridge, ha consultato montagne di documenti per ricostruire la nascita di Cosa nostra a New York. Ne è uscito un libro sorprendente che ha colmato numerose lacune di conoscenza sulla ramificazione di questo fenomeno criminale negli Stati Uniti. In particolare, si raccontano le vicende di Giuseppe Morello (Corleone 1867 - New York 1930), il primo boss dei boss degli Usa - soprannominato «l'artiglio» a causa della sua mano deforme -, e l'ascesa al potere della sua sanguinaria famiglia. L'autore descrive, in ogni dettaglio, i crimini e le attività illecite degli uomini d'onore di origine siciliana: la cronaca dell'«omicidio del barile» sul quale indagò Joe Petrosino e via via la graduale conquista mafiosa di New York, le alleanze tra le famiglie criminali, la nascita della «Mano nera» (il racket delle estorsioni). Il libro ci svela anche i rituali dell'iniziazione e gli altri segreti dell'organizzazione criminale. È un saggio raccontato come un romanzo e si presta moltissimo a una versione cinematografica. Peccato che non ci sia più Marlon Brando che avrebbe interpretato con grande maestria Giuseppe Morello.
Ma sulla mafia è in libreria anche il saggio di Francesco Forgione (è stato presidente della Commissione antimafia nel 2006-2008, ora insegna Storia delle organizzazioni criminali all'Università de L'Aquila) dal titolo Mafia export (Baldini Castoldi Dalai). L'autore cerca di ricostruire l'arcipelago delle imprese criminali, col gigantesco traffico della droga della ’ndranghetra calabrese dal Sud America all'Europa, con le multinazionale del falso messo in piedi dalla camorra e filiali in tutto il mondo, con le innumerevoli attività illegali della mafia. Un'economia criminale che si aggira sui 130 miliardi di euro, superiore al pil di tre piccoli Stati europei. Quando si pensa che quasi il 10% della popolazione attiva del Mezzogiorno lavora nell’«industria mafiosa» ci si immagina un'invenzione di qualche fantasioso romanziere. E invece... Forgione documenta e approfondisce i fenomeni criminali e ne fotografa l'attuale globalizzazione e l'esportazione del delle attività mafiose che hanno assunto dimensioni gigantesche, molto di più di quanto si possa immaginare.
Ma di 'ndrangheta parla ampiamente anche un magistrato serio e rigoroso come Nicola Gratteri nel libro La malapianta (conversazione con Antonio Nicaso), Mondadori. Il magistrato rivela tutti i segreti della organizzazione criminale calabrese, di cui si è sempre parlato poco. Eppure il fatturato di questa «multinazionale» del crimine è di 44 miliardi di euro, il 2,9 % del Pil. Il principale traffico, come si è detto, è rappresentato dalla droga. La crescita di questa «malapianta» viene raccontata in tutte le sue ramificazioni in Italia, in Europa e negli altri continenti. Un'organizzazione criminale che mantiene il suo centro operativo in Calabria, ma che ha le sue leve di comando a Milano, come a Medellin, negli Usa, come in Australia. E che sa ben mimetizzarsi nell'insospettabile mondo dei professionisti e dei «colletti bianchi».
Infine, segnaliamo un libro di un giornalista, scrittore di thriller politici e di mafia, Alfio Caruso, autore di Io che da morto vi parlo - Passioni, delusioni, suicidio del professor Adolfo Parmaliana (Longanesi). È la storia di un professore siciliano di un piccolo paese ad alta densità mafiosa che decide di denunciare i traffici di Cosa Nostra col suo suicidio, accompagnato da una terribile lettera di accuse alla magistratura locale. Un gesto estremo per far trionfare la giustizia contro la violenza criminale. Si tratta di una storia autentica di un docente di chimica industriale all'Università di Messina ormai dimenticata. Il merito di Caruso è di averla fatta «rivivere», anche se quel sacrificio non sembra abbia prodotto grandi risultati sul piano delle iniziative giudiziarie. Ma forse non è ancora finita.

Caricamento commenti

Commenta la notizia