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L'Olanda vince col minimo sforzo

Approfittando di una papera della difesa in apertura di secondo tempo, gli orange vanno in vantaggio. Raddoppio di Kuyt nel finale

JOHANNESBURG. L'Olanda non brilla e nemmeno incanta, sbuffa ed annaspa, soffre, ma alla fine vince. E, soprattutto in un esordio nel Mondiale, è questa la cosa più importante. Gli uomini di Bert Van Marwijk, con il minimo sforzo, hanno ottenuto il massimo e lo hanno fatto anche in maniera insperata, vedendosi spianare la strada da un autogol che avrebbe fatto rabbrividire perfino un esperto in materia come Comunardo Niccolai che ai Mondiali giocò solo i primi 37' di Italia-Svezia, il 3 giugno del 1970, a Toluca (Messico).   
Basta la paperissima confezionata da duo Simon Poulsen-Agger, quest'ultimo più vittima che protagonista nella circostanza, ed un tocco sottoporta di Kuyt, per regalare 3 punti d'oro, o forse sarebbe meglio definirli di platino, all'Olanda. I 'tulipani', imbottiti di talento in ogni reparto (quest'anno hanno perfino un buon portiere, Maarten Stekelenburg, dell'Ajax), producono un calcio meno spettacolare rispetto a quando in panchina c'era Van Basten, ma hanno iniziativa, una naturale predisposizione all'attacco, anche per via di un potenziale offensivo formidabile. La Danimarca è squadra solida, appiccicosa, forte fisicamente, ma sfortunatissima, tanto da fare harakiri in apertura di ripresa. Ai danesi, che schierano un Bendtner brillante ma non al meglio, può essere rimproverato il fatto di non avere creato una sola occasione da rete dopo essere andati sotto.   
L'Olanda parte al piccolo trotto e la gara stenta a decollare; la Danimarca, come testimonia il modulo iniziale di Morten Olsen, lascia fare, limitandosi al gioco di rimessa. L'obiettivo è quello di innescare il gioiellino Bendtner, in dubbio fino all'ultimo ed alla fine gettato nella mischia. Sneijder non sembra particolarmente ispirato, Ven Persie vaga senza una meta nel cuore della difesa avversaria, Kuyt e Van der Vaart cercano, con le proprie giocate, di allargare le maglie della difesa danese, dove difficilmente passerebbe una mosca.   
Bisogna pertanto aspettare 21' prima di ammirare uno spunto dignitoso degli 'orange' che partono da dietro con Van Bommel, abile a servire Van der Vaart. La conclusione del fantasista del Real Madrid dai 18 metri non trova però la porta. L'Olanda conserva uno sterile possesso del pallone, ma è la Danimarca ad apparire nettamente più incisiva: come al 27' con Rommedahl, il cui cross pesca la testa di Bendtner. La deviazione finisce di poco fuori.   
Al 34' un bel contropiede dei danesi, con lancio lungo di Jorgensen per Rommedahl e conclusione di quest'ultimo su Stekelenburg, tiene ancora in apprensione i 'tulipani'. Al 37' il portiere dell'Ajax deve nuovamente intervenire, questa volta in tuffo, per deviare una conclusione di Kahlenberg, ben servito da Bendtner. Il tempo si chiude con Van Persie liberato in area da un errore della difesa danese, l'olandese tenta di saltare Agger che lo obbliga a decentrarsi ed a concludere fuori.   
La ripresa si apre con il pittoresco autogol danese che in teoria dovrebbe scuotere la partita, invece la Danimarca continua a rimanere in letargo. Agli uomini di Olsen manca l'iniziativa e restano svegli forse grazie alle 'vuvuzela' che sfondano i timpani, echeggiando nello splendido Soccer City Stadium. Anzi è l'Olanda al 13' con Van der Vaart (grande palla di Van Persie) a sfiorare il 2-0, ma Sorensen non si fa sorprendere. Non accade più nulla fino al 37', cioé fino a quando Sneijder si ricorda di essere campione d'Europa anche nelle conclusioni da fuori e colpisce la traversa con la complicità della deviazione di avversario. Kuyt chiude il match ed Afellay nel finale sfiora il tris. Per la prima dell'Arancia meccanica può bastare.

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