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Palermo, il nuovo pentito e il racket della Guadagna

Il primo verbale dell'ex esattore della zona rivela come un imprenditore consegnò i soldi dell'estorsione, 400 euro, dopo un segnale che non lasciava spazio a dubbi

PALERMO. Una bottiglia di benzina piena era un segnale. L'avevano lasciata gli estorsori, dice il neo pentito, per far capire a quell'imprenditore che era meglio pagare. Un avvertimento bello e buono, che arrivò subito a chi di dovere. Il primo verbale del collaboratore di Santa Maria di Gesù, Giuseppe Di Maio, fa luce su un episodio controverso sul quale i giudici hanno fornito interpretazioni diverse, ma lui sembra non avere dubbi. Trovato anche il libro mastro del pizzo, ma i commercianti negano di aver effettuato i versamenti. Ulteriori approfondimenti sull'edizione cartacea del Giornale di Sicilia in edicola oggi 8 giugno 2010.

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