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Estorsioni, nel mirino del racket la "Palermo bene"

Le vittime, oltre ad avere ammesso di essere state taglieggiate, hanno aiutato gli investigatori a risalire agli autori delle estorsioni confermando le rivelazioni del pentito Manuel Pasta

PALERMO. "C'è da dare una mano a persone bisognose, i tempi sono cambiati e si deve fare qualche sacrificio". Con questa frase gli emissari del racket lo scorso febbraio hanno contattato Giovanni Pizzo, titolare del rinomato locale di via XII Gennaio, chiedendogli di pagare. Ma Pizzo& Pizzo non è l'unico esercizio commerciale finito nel mirino della mafia. Noti wine bar, frequentati dalla Palermo bene, ma anche un lavaggio d'auto e un rinomato ristorante: è il variegato elenco delle vittime del racket emerso dall'ultima indagine dei carabinieri che ha portato all'arresto di cinque presunti estortori. Tra i commercianti taglieggiati, accanto al proprietario di "Pizzo & Pizzo", wine bar e gastronomia nel centro della città, anche il proprietario del ristorante Charme, in piazza De Gasperi, e un noto parrucchiere che si trova nella stessa zona, Pietro Caccamo. Nel mirino degli estortori anche una serigrafia e il lavaggio d'auto Car wash. Le vittime, oltre ad avere ammesso di essere state taglieggiate, hanno aiutato gli investigatori a risalire agli autori delle estorsioni confermando le rivelazioni del pentito Manuel Pasta. Maggiori dettagli si possono leggere nell'edizione cartacea del Giornale di Sicilia in edicola oggi, 1 giugno 2010.

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