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Inchiesta sui rifiuti, Cammarata: mai avuto poteri sulla gestione di Amia

Il sindaco: il fatto che sia partecipata al 100% dal Comune non poteva incidere sull’autonomia gestionale degli amministratori della società

PALERMO. “Non ho mai avuto poteri e competenze nella gestione diretta di Amia né sulla discarica di Bellolampo. Prova ne sia, qualora vi fosse bisogno di conferma, il fatto che è stata necessaria una ordinanza di protezione civile lo scorso 30 aprile per attribuirmi, in quanto sindaco di Palermo, competenze sugli interventi per la discarica. Ho sempre svolto il mio  mandato di sindaco nella piena trasparenza e legalità, con l’obiettivo di amministrare la cosa pubblica perseguendo il bene dei miei concittadini”. Il sindaco di Palermo, Diego Cammarata precisa quale sia e quale sia stato il ruolo del Comune in quanto socio unico di Amia Spa, dopo la notizia dell’avviso di garanzia notificatogli dalla procura relativo alla situazione di Bellolampo.
Dopo avere espresso piena fiducia nella magistratura e nel pronto riconoscimento da parte di quest’ultima “della piena distinzione di ruoli, funzioni ed attività che ha connotato e connota le attività proprie del Comune di Palermo e di Amia”, Cammarata precisa quali siano i rapporti fra l’amministrazione comunale e la partecipata Amia: il servizio di smaltimento dei rifiuti relativo alla città è stato affidato ad  Amia con un contratto di servizio pubblico il che fa sì che la società, avvalendosi della specifica competenza e professionalità di amministratori e tecnici esterni rispetto all’organizzazione propria,  attui, in piena autonomia, una gestione tecnicamente ed economicamente efficiente.
“Il fatto che Amia sia partecipata totalitariamente dal Comune di Palermo - rileva il sindaco - non poteva e non può, per legge, incidere sull’autonomia gestionale degli amministratori della società. Al socio unico non spettano dunque poteri gestionali ma piuttosto il diritto di sostituire gli amministratori la cui gestione appaia inadeguata  facendo anche valere le responsabilità conseguenti degli amministratori  stessi e degli altri componenti degli organi sociali; spettano anche responsabilità connesse alla assunzione di atti necessari alla patrimonializzazione della società (nei casi in cui ciò appaia indispensabile o opportuno, come del resto abbiamo fatto) e nell’esercizio della facoltà, riservata al contraente, di aggiornare il contenuto del contratto di servizio. Tutti poteri e competenze - dice Cammarata - a cui non mi sono mai sottratto, come dimostra la positiva considerazione delle azioni messe in campo dal Comune sul fronte finanziario e patrimoniale che ha indotto il Tribunale fallimentare a pronunciarsi contro il fallimento dell’azienda”.
Cammarata ricorda quali siano stati i “diritti, i poteri e i doveri che sono stati, nel tempo, esercitati od ottemperati dal Comune di Palermo che, allorché sono emerse inadeguatezze gestionali, ha provveduto a nominare, in sostituzione dei precedenti, nuovi amministratori che hanno provveduto al riequilibrio della gestione economica e tecnica di Amia; a deliberare, nelle sedi di legge, l’esperimento di azioni di responsabilità, nei casi in cui è stata accertata la ricorrenza dei necessari presupposti; a porre in essere, in passato, e a programmare, per il futuro, (assumendo ogni  relativo impegno) interventi di ripatrimonializzazione della società e ad aggiornare i contenuti del contratto di servizio in forza del quale la società opera”.
Infine Cammarata ha stigmatizzato gli attacchi su questa vicenda definendoli “veri e propri atti di inqualificabile sciacallaggio politico”.

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