PALERMO. Dal panificio, alle boutique di grido del salotto buono della città: il pizzo continua a riscuotere a tappeto tra i commercianti di Palermo che, però, questa volta, davanti agli investigatori, ammettono di aver subito i taglieggiamenti. Dall'ultima indagine dei carabinieri, che oggi ha portato al fermo di quattro presunti estortori, vengono fuori i nomi di alcune delle vittime del racket: negozi noti e meno noti, alberghi, parrucchieri, sale bingo. Come Pollini di via Libertà, il panificio dell'ex giocatore del Palermo Gaetano Vasari, i bar Oriol e Dolcissimo, i negozi di calzature Schillaci, la rivendita Timberland. E dall'indagine emerge anche il ruolo di un commerciante, Diego Ciulla, tra i fermati, proprietario del negozio di accessori Hessian che riscuoteva il pizzo per conto del clan dai "colleghi" negozianti.
Estorsioni: la mappa del pizzo a Palermo
Dal panificio, alle boutique di grido del salotto buono della città. Ecco il giro del racket venuto fuori dalla voce di alcune vittime
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